di Federico Sartori
Quando si parla di Terra, della nostra casa, il mio pensiero da cristiano va alla Genesi, “E Dio vide che era cosa buona”. Il creato è stato pensato come qualcosa di incredibile che dovrebbe meravigliarci ogni giorno.
Per questo è bello prendersi dei momenti per “stare nella natura”, per gustarsi questo meraviglie ringraziando il Signore per questo nostro mondo. Vuoi mettere un tramonto sul mare o sul lago? Le fronde degli alberi che si muovono al vento? I profumi e i colori di un prato fiorito? L’immensità di un cielo stellato? Eppure noi uomini, nella nostra vita di tutti i giorni, ci dimentichiamo di questo eccezionale spettacolo naturale e, presi dal nostro consumismo, siamo causa di gravi danni ambientali al nostro mondo.
La disparità di consumi delle risorse anche in questo caso è fortissima: “Un cittadino degli Stati Uniti consuma oggi energia come 2 europei, 6 cinesi, 22 indiani o 70 keniani” (fonte WWF)
Altro argomento su cui sicuramente dibattere è l’impronta idrica, vale a dire l’acqua virtuale che è servita per realizzare un determinato prodotto. Più i prodotti che utilizziamo sono trasformati, più è elevato il consumo di acqua. Consideriamo che, a fronte di un’impronta idrica media mondiale di 1.240 metri cubi all’anno, in Italia tale consumo è di 2.334 metri cubi annui, quasi il doppio!
Queste disparità tra Nord e Sud del mondo ci portano a due riflessioni:
1) ancora una volta c’è gente che soffre la fame, con decine di migliaia di persone che muoiono ogni giorno per malnutrizione, mentre altri vivono in un’abbondanza per la quale generano rifiuti che provocano inquinamento (nei ristoranti e nei supermercati occidentali abbiamo una moltitudine di beni alimentari che poi finiscono nella spazzatura perché scaduti o non consumati);
2) se tutto il mondo consumasse come noi, la Terra si esaurirebbe in pochissimo tempo. Secondo i dati del WWF, la biocapacità totale della Terra ammonta a 12 miliardi di Gha (ettaro globale), cioè di 1,8 procapite, mentre l’impronta ecologica dell’umanità supera i 18 miliardi (2,7 procapite). In pratica l’impronta ecologica dell’umanità ha superato la biocapacità della Terra di oltre il 50%.
Come detto da Papa Francesco nella Laudato si’, dobbiamo impegnarci per un’ecologia integrale, per preservare il nostro mondo prendendo coscienza della crisi ambientale e della crisi sociale, che non sono due entità distinte ma un’unica crisi socio-ambientale che possiamo risolvere solo se entriamo in relazione profonda con il nostro prossimo con un’attenzione particolare ai poveri. D’altronde, ce lo dice lo stesso Vangelo: se abbiamo fede e condividiamo ciò che abbiamo, ci sarà cibo per tutti. Allo stesso modo, dobbiamo evolvere verso un nuovo stile di vita che consenta un consumo sostenibile delle risorse naturali ed una condivisione con il fratello che non lo affami.
In fin dei conti sempre nella Genesi il messaggio per l’uomo è chiarissimo: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra” (Gen 1,28).
Le ultime parole: “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (Gen 1,31), sembrano esser l’eco di questa benedizione.
La Terra ci è stata affidata, la Terra è casa nostra e chi volutamente manderebbe in rovina la propria casa? Custodire il creato deve essere la vocazione e la missione di tutti noi.