di Federico Sartori
Ho visto causalmente una vignetta in occasione della festa di Cristo Re del calendario liturgico ambrosiano, ed oggi leggendo il Vangelo domenicale, la mia memoria è andata esattamente a quella vignetta. Ancora di più quando il sacerdote durante l’omelia ha fatto presente che l’iconografia classica del Cristo sul trono con corona e scettro contraddice le stesse parole del Vangelo: “Il mio regno non è di questo mondo”.
La mia mente è quindi volata al discorso della Montagna, le famose beatitudini, e da lì mi è stato chiaro, il regno di Gesù è il regno dell’Amore, è il regno in cui tutti sono accolti, i più piccoli, i più sofferenti sono già beati perché amati in modo particolare da questo Gesù, che umile e povero si è donato a tutti ed ha trasformato quel telo con cui asciugava i piedi ai suoi discepoli nella tovaglia con cui hai istituito l’Eucaristia e su cui ha fondato la Sua Chiesa, Sua rappresentante in Terra. Ragionandola in questo modo mi è facile capire perché Cristo Re è la festa liturgica che chiude l’anno, perché il nostro cammino di fede che nasce nel Natale, si fortifica nella Pasqua e riceve la sua forza nella Pentecoste si conclude nella celebrazione del regno di Amore di Cristo, nel nostro glorificare il completamento del dono.
E noi di questo dono cosa abbiamo fatto?
Per una strana coincidenza di calendari, o forse così voluta, oggi si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, nelle ore in cui si ricorda questa giornata le nostre cronache grondano di sangue di donne uccise da uomini che molto spesso dicevano di amarle. No, questo non è AMORE. Lo spot di quest’anno dice molto di quanto abbiamo abbandonato il messaggio del Cristo: Non è normale che sia normale! Sogno quindi un mondo senza violenze in generale, ma ancora di più un mondo senza violenze tra ciò che per Dio erano l’unione simbolo del suo Amore “Maschio e femmina lui li creò” e per questo ognuno di noi si deve impegnare per raggiungere questo obiettivo, perché cancellare dal calendario la giornata contro la violenza sulle donne vuol dire celebrare veramente la festa di Cristo (Amo)RE.
Mi permetto di ricordare legato a questo discorso di violenza, le violenze verbali che ha subito in questi giorni Silvia, la giovane volontaria rapita in Kenya; temo che la ragazza possa aver subito anche violenza fisica, ma fa veramente male leggere le parole scritte sui social da tutte quelle persone che hanno scaricato odio ed incomprensione rispetto alla scelta di vista di Silvia, scelta che ritengo segno di amore per gli altri, celebrazione del dono di Amore, come le scelte fatte dai tanti e tante missionari e missionarie Comboniani che noi ben conosciamo.
Concludo con un hashtag a me caro #RESTIAMO UMANI! Restare umani, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, vuol dire amare e quindi celebrare la festa di CRISTO (AMO)RE.
#RESTIAMOUMANIPERCELEBRARECRISTORE