di Sr. Elena Conforto *
Più volte ho sentito e io stessa ho ripetuto che questa è stata una Quaresima speciale, diversa, un vero cammino verso Gerusalemme il cui esito è ancora oscuro. Paura, insicurezza, fragilità e tanti altri sentimenti sono stati compagni di queste ultime settimane.
Da qualche giorno nella mia mente e nel mio cuore porto due immagini che credo condensino in modo plastico gli atteggiamenti con cui entro in questa Settimana Santa, settimana di passione.
Porto con me un vaso di nardo e un lenzuolo.
Affronto i prossimi giorni armata solo di questi due semplici oggetti di uso domestico, ma che sento molto cari.
L’utilizzo dell’olio profumato era frequente presso gli ebrei: nei giorni di festa era usato per esprimere gioia; con gli ospiti l’unzione era un gesto di onore; addirittura serviva per investire re e profeti. Inoltre l’olio era adoperato anche in occasione di lutto e sepoltura per preparare il corpo del defunto alla tumulazione. Infine l’olio era impiegato nell’antichità anche per curare lebbrosi e sanare ferite, come si dice nella parabola del buon Samaritano.
Ecco in questa settimana entro portando tra le mani il vasetto di alabastro con olio profumato, di nardo puro, usato da Maria a Betania: si tratta di un unguento finissimo e pregiato estratto da una radice indiana, Ce l’ho con me, è qualcosa di prezioso, ma allo stesso tempo lo voglio versare tutto senza badare a spese.
Lo porto perché, come scriveva Hetty Hillesum nel suo diario, “si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite”! per i malati nelle corsie degli ospedali, per quanti piangono persone care in questi giorni, per coloro che son disperati perché han perso il lavoro e non c’è il cibo in casa. E che dire dei tanti corpi che non han potuto ricevere dai familiari le cure e i rituali soliti prima della tumulazione.
Purtroppo l’emergenza della pandemia il più delle volte non ha permesso quei gesti usuali della sepoltura prima di consegnare alla terra le spoglie care, rituali normali solo fino a qualche mese fa.
Sì, si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite!
E poi, insieme all’olio, porto con me un lenzuolo, per asciugare i volti sudati dei malati, come la Veronica offre un panno a Gesù, con un gentile gesto di coraggiosa bontà tutta femminile. Quest’atto d’amore imprime non solo nel sudario, ma anche nel suo cuore la vera immagine di Gesù.
Soltanto l’amore fa scorgere Gesù nel volto di chi soffre. Soltanto l’amore ispira e dà il coraggio per gesti arditi.
Medici e infermieri, in questi giorni di grande emergenza, come la Veronica, stanno raccogliendo le ultime confidenze, asciugano volti e stringono mani, segnano con una croce la fronte di tanti malati di COVID 19 che non riescono a farcela e muoiono soli lontani dai parenti.
Toccano il cuore questi gesti di profonda umanità da parte del personale sanitario: soltanto l’amore fa riconoscere Dio che è l’amore stesso. E “ci sono cose che si vedono bene solo con gli occhi che hanno pianto” (Veuillot).
Ecco porto con me solo dell’olio e un semplice panno per vivere con-passione questi giorni della Settimana Santa che ci aprono al mistero di morte e resurrezione di Gesù.
* Suor Elena Conforto, mmx @Elena_Conforto