Tutti a casa. Tutti a rischio di contagio trasmesso o ricevuto e, per questo, tutti a distanza di sicurezza. Tutti a fare i conti con una cosa nuova mai vissuta dalle nostre generazioni. Tutti. Siamo tutti nella stessa barca sballottata dall’incertezza di questa tempesta che ci impaurisce tutti. E non posso fare a meno di pensare a tutti i profughi stipati ai confini. A tutti i poveri dei nostri quartieri che non hanno una casa dove ripararsi e vivono, quotidianamente, distanze di insicurezza. A tutti che in questa cosa nuova ci sono dentro drammaticamente nel lutto, nel letto d’ospedale, nel lavoro sfibrante che ogni giorno ricomincia.
Tutti, proprio tutti, potremmo vivere questa Quaresima come il dono che stavamo aspettando, quel tempo propizio in cui rimettere a posto il ritmo delle giornate, gli spazi di relazione, la fame e la sete che ci portiamo dentro e che ci lascia inquieti.
Preghiera, elemosina, digiuno sono da sempre i percorsi della Quaresima che siamo invitati a compiere nella grazia di ricominciare da capo: La cenere ci ricorda così il percorso della nostra esistenza: dalla polvere alla vita. Siamo polvere, terra, argilla, ma se ci lasciamo plasmare dalle mani di Dio diventiamo una meraviglia (Papa Francesco). Le mani di Dio dentro questo ingarbuglio mondiale, dentro l’ansietà delle paure e le fatiche di cercare vie di uscita, la luce oltre il buio… Se quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora …siamo la polvere amata da Dio.
Il Signore ha amato raccogliere la nostra polvere tra le mani e soffiarvi il suo alito di vita. Siamo polvere preziosa, destinata a vivere per sempre. Siamo la terra su cui Dio ha riversato il suo cielo, la polvere che contiene i suoi sogni. Siamo la speranza di Dio, il suo tesoro, la sua gloria (Papa Francesco).
Ora, più consapevoli, tutti custoditi nella sua premura di Padre!
E la preghiera si fa universale alla ricerca del Bene che consoli e guarisca.
E l’elemosina cerca strade inconsuete per esprimere che “ci sei, ci sono”.
E il digiuno… quel digiuno eucaristico prolungato, mai conosciuto, desiderio grato di ciò che ci è dato come Dono…
Tutti a casa! In un luogo chiuso. Tutti in… clausura! Sì, forse è il momento opportuno in cui riscoprire quel mondo spesso esiliato nell’inutilità dove si apre lo spazio della casa: sempre costruiamo in noi una casa a Lui, che è Padre e Figlio e Spirito Santo. (san Francesco). Sì, perché: …per la grazia di Dio, l’anima dell’uomo fedele, è più grande del cielo, sua dimora e sede, “Chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e io lo
amerò, e verremo a lui e faremo dimora presso di lui” (Gv 14,21.23). (santa Chiara)
Tutti a casa. Tutti, finalmente, tornati a casa.
Sorelle Clarisse di Imperia – Porto Maurizio