Parabola del buon grano e della zizzania. Il commento al Vangelo del 19 luglio, XVI domenica del tempo ordinario, a cura di Don Pierluigi Nicolardi*
Forma breve. Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,24-30)
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».
Parola del Signore
In questa domenica, XVI del Tempo Ordinario, la liturgia ci pone nuovamente di fronte a tre parabole di Gesù. Nella prima, egli continua con l’immagine del seminatore; se domenica scorsa la parabola ci insegnava l’ostinazione del seminatore nel seminare anche laddove apparentemente non può nascere vita, ora Gesù cerca di dare una spiegazione alla presenza del male nel mondo.
Questa questione, quella del male, è antica quanto l’umanità. Da sempre, infatti, si è cercato di dare senso al male, e la Sacra Scrittura ha dato delle risposte sapienziali; si pensi al racconto del peccato originale nella Genesi (cf. Gen 3), al serpente tentatore, o alla risposta del libro della Sapienza che intravede nel motivo della morte l’invidia del diavolo (cf. Sap 2,24). Gesù non consegna risposte pronte, né svela chissà quale segreto, ma, ponendosi nella tradizione sapienziale, cerca di dare senso alla presenza del male, raccontando la parabola del seme buono e della zizzania. Nonostante la perizia del seminatore nel spargere seme buono, il suo nemico, mentre tutti dormivano, seminò l’erba cattiva; il male, insomma, non viene mai da Dio – che invece è autore del bene perché Egli stesso è il sommo Bene – ma dal nemico che opera di notte. Gesù registra l’ansia dei servi del padrone di sradicare fin da principio la zizzania, ma il padrone sceglie la via dell’attesa «perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano» (Mt 13,29).
Viviamo nell’era della messaggistica istantanea, delle spunte blu, delle notifiche. Pretendiamo anche noi, come i servi della parabola, risposte sempre pronte, azioni miracolistiche e spettacolari che cancellino il male. Gesù ci insegna la pazienza, ci esorta ad attendere fiduciosi perché il tempo della mietitura avverrà quando la messe sarà pronta e i covoni saranno pieni: «Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio» (Mt 13,30).
Nonostante l’azione del nemico, il seme buono è come il granellino di senape e ha la forza del lievito. Per quanto piccolo, il seme di senape cresciuto diventa un albero capace di dare riparo; come il lievito, poco rispetto alla farina, fermenta e fa crescere. Il Regno, allora, è una realtà talvolta invisibile, ma essenziale per il mondo e cresce con esso; con pazienza e perseveranza, il Regno ha in sé un principio di moltiplicatore del bene che riesce a trasfigurare il mondo. Come nelle parabole, però, per vedere i frutti del bene seminato, è necessario attendere.
«Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore – ricorda l’apostolo Giacomo. Guardate l’agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d’autunno e le piogge di primavera. Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina» (Gc 5,7-8).
* Presbitero della diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca, Amministratore Parrocchiale di «S. Antonio da Padova» in Tricase (Le), Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Famiglia e AE di zona AGESCI «Lecce Ionica». Autore di Terra e Missione
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