La parabola del tesoro e della perla. Commento al Vangelo del 26 luglio, XVII domenica del tempo ordinario, a cura di Don Pierluigi Nicolardi*
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,44-52)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Parola del Signore
La vita cristiana esprime sempre una tensione tra dono e responsabilità. È dono anzitutto la fede, tutto ciò che la suscita e la nutre; ed è responsabilità la fiducia, ossia quell’atteggiamento che permette alla persona di aprire il cuore al dono di Dio.
In queste domeniche Gesù ha messo in luce la dinamica dono/responsabilità nelle parabole con a tema il seme; è dono quanto viene seminato con larghezza nel cuore, è responsabilità il preparare il terreno perché il seme possa essere accolto e portare frutto.
Questo tema continua ad essere il centro della riflessione di Gesù. Egli, per questa XVII domenica del Tempo Ordinario, ci consegna ancora tre parabole; le prime due esprimono la tensione dono/responsabilità, la seconda ci dà l’idea, con una immagine, della comunità ideale di Gesù.
Il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo e ad una perla di raro valore (cf. Mt 13,44.45), insomma, il regno è una realtà preziosa per la quale vale la pena investire tutta la propria esistenza. Nell’una e nell’altra parabola il protagonista – l’uomo e il mercante – vende tutto pur di accaparrarsi questa realtà così preziosa; non basta un impegno generico a cercare e trovare.
La vita cristiana non si nutre di buone intenzioni, bensì di prese di posizione: «Chi non è con me è contro di me – ricorda Gesù in un altro passaggio del vangelo di Matteo – e chi non raccoglie con me, disperde» (Mt 12,30). Anche l’Apocalisse, con un’immagine davvero forte, sottolinea la necessità di prendere decisione: «Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo!» (Ap 3,15). È necessario, piuttosto, lasciarsi scaldare il cuore e agire perché le opere buone possano mostrare la decisione per Cristo. Le due parabole mostrano due atteggiamenti diversi:
La parabola del tesoro
Nella parabola del tesoro nel campo il contadino fa un ritrovamento casuale; Gesù mette in risalto la gratuità del dono, ma anche l’operosità di chi nasconde nuovamente quanto ritrovato e si impegna per acquistare il campo e il tesoro. La decisione per Cristo talvolta arriva nella propria esistenza in maniera del tutto inusuale, è necessario cogliere i segni e muoversi per Lui.
La parabola della perla
La parabola della perla mette in evidenza un atteggiamento complementare: il mercante è in costante ricerca; solo quando trova la perla che ritiene essere la più preziosa vende tutto e investe per essa. In tanti cercano Dio, imbattendosi in numerose esperienze che tuttavia non danno pienezza di senso alla propria esistenza; è Gesù la perla più preziosa per la quale davvero investire tutto.
Ma il regno dei cieli – continua ancora Gesù – è simile ad una rete che, gettata nel mare, pesca e contiene tanti pesci. Ecco completata, con una ulteriore immagine, l’idea di comunità: se nelle parabole del seme di senape e del lievito era messa in risalto quasi una dimensione di piccola realtà destinata tuttavia a crescere (l’albero che ospita gli uccelli) e che fa crescere e fermentare (il lievito nella farina), la rete richiama alla comunità che deve essere sempre aperta e accogliente, lasciando che – al tempo opportuno – arrivi il tempo della cernita dei pesci buoni e di quelli cattivi.
Ciascuno di noi è lo scriba citato da Gesù: egli ha trovato il suo tesoro o cercato la sua perla, ha vissuto la sua personale esperienza di fede incontrando nel suo cammino Cristo: ora, con ardore ed entusiasmo, annuncia e testimonia la bellezza di essere cercatore di Dio.
* Presbitero della diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca, Amministratore Parrocchiale di «S. Antonio da Padova» in Tricase (Le), Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Famiglia e AE di zona AGESCI «Lecce Ionica». Autore di Terra e Missione