La storia di Konrad, Kinga e Marysia, ragazzi missionari con il dono della semplicità. Dalla missione in Polonia il racconto di sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana.
di sr. Maria Rosa Venturelli*
Konrad e Kinga e Marysia, sono i tre primi ragazzini/e, che accompagnati dalla loro mamma Beata, hanno dato inizio al primo nostro gruppo missionario per ragazzi, che ha iniziato a radunarsi nella nostra casa a Piastòw, in periferia di Warszawa in Polonia. A loro si aggiunsero presto altri ragazzini e ragazzine, tutti delle scuole elementari, per approfondire il significato della Missione ad gentes e soprattutto pregare per i loro coetanei lontani.
La nostra missione in Polonia
Eravamo tre sorelle a quel tempo – nel 2000 – che componevano la nostra comunità. Una si occupava dell’Animazione Missionaria nelle varie zone e città sparse nella Polonia, io seguivo le ragazze e particolarmente i Gruppi Missionari dei ragazzi, nelle scuole, nelle parrocchie, a casa nostra; la terza sorella si occupava di povertà locali, con visite settimanali a tre diverse comunità con case famiglia, per mamme e bambini, senza fissa dimora, diversamente abili.
Appena giunte nella nostra casa a Piastòw, il 27 marzo 1999, dopo tre mesi trascorsi come ospiti presso le Suore Francescane Missionarie di Maria, abbiamo iniziato da subito a raccogliere i nostri vicini ogni giovedì pomeriggio, per la preghiera del Rosario missionario e l’intrattenimento subito dopo, noi per imparare sempre meglio la lingua polacca, loro per ascoltare le nostre esperienze di vita missionaria. Questo gruppo di persone adulte è andato avanti per quasi una decina di anni, diventando un momento stabile di preghiera missionaria con le persone che man mano ci conoscevano.
Il gruppo missionario dei ragazzi
Da questa esperienza nacque l’idea di organizzare una volta alla settimana il Gruppo missionario dei ragazzini delle elementari. Era un bel lavoro, ma anche faticoso, tenere a bada per alcune ore pomeridiane dei vivaci ragazzini e ragazzine.
Dovevo preparare in modo dinamico diversi eventi ogni volta: una decina di rosario missionario in cappella, anche in diverse lingue; poi un tempo per colorare la missione, attraverso il Vangelo della domenica seguente, con disegni, schizzi, pitture, composizioni, ritagli e quant’altro poteva aiutarci. E poi dei giochi all’aperto nel nostro giardino. Tre orette. La casa in quelle ore era per loro, naturalmente non mancava la merendina missionaria e altre creatività che ci venivano in mente.
Le famiglie ci affidavano con tanta gioia e speranza i loro piccoli. E la “missione” giungeva attraverso di loro, ai genitori, ai nonni, agli zii, ai cugini, a cui raccontavano tutto quanto avevano fatto con noi.
Amici di penna
Iniziai poi a frequentare una scuola elementare statale della nostra zona, invitata da Magda una delle insegnanti di religione, educatrice molto attenta alla vita missionaria della Chiesa, che in quegli anni iniziava a filtrare e sbocciare in terra polacca, dopo la chiusura ermetica del passato. Una volta al mese, a volte più spesso, avevo un incontro con i suoi ragazzi, diverse classi elementari.
Attraverso Magda ho potuto raggiungere tanti ragazzini e ragazzine, aprendo i loro cuori alla missione lontana. Abbiamo creato anche una corrispondenza epistolare con i ragazzini di una scuola elementare di Isiro in Congo, dove io avevo lavorato anni prima. Quando arrivava una loro lettera i bambini erano proprio elettrizzati e raccontavano tutto a casa la sera. Incontravo persone per la strada che mi chiedevano notizie dei bambini africani, il tamtam dei nostri ragazzi arrivava in tante
case e famiglie.
Konrad e Kinga e Marysia, hanno davvero evangelizzato la loro mamma Beata, che anni dopo ha studiato scienze religiose ed oggi è a sua volta insegnante di religione in una scuola d’infanzia.
Il cruciverba missionario e il dono della semplicità
Un altro aiuto importante ci è venuto dalla creatività di Anetka, una studentessa universitaria di scienze religiose, fidanzata con Piotr, un suo coetaneo, che ogni settimana insieme a lui preparava un “cruciverba biblico-missionario” per i ragazzi dei nostri gruppi missionari e che il parroco volle estendere a tutti i ragazzini che partecipavano alla Messa domenicale in parrocchia.
Anetka preparava il cruciverba, noi facevamo le fotocopie, i nostri ragazzini lo distribuivano al termine della Messa domenicale agli altri bambini. Durante la settimana, chi desiderava, ci faceva pervenire il cruciverba completato e il 1° giugno di ogni anno, festa in Polonia dell’Infanzia Missionaria, c’erano dei premi per i migliori.
Una generazione di bambini è stata formata alla vita missionaria da Anetka, oggi mamma di due gemelline adolescenti, Ala e Ada, insegnante nella Università Cardinal Stefan Wyszyński e scrittrice di libri per l’infanzia – Magda, madre di 5 figli e ancora oggi insegnante di religione e da
sempre molto attiva in ambito Caritas – Beata, mamma di tre figli, insegnante di religione in una scuola d’infanzia, gestita da suore.
A Natale con i nostri ragazzini/e andavamo a trovare le persone anziane o malate nelle loro case, portando loro un regalo e cantando i canti di Gesù Bambino. Nonna Maria aveva 99 anni l’ultima volta che siamo andate a cantarle le “kolende” di Natale. Poi aiutavamo a preparare il pranzo per gli
anziani, poveri, i malati della parrocchia, dopo l’anno nuovo, insieme alla A.C. Tante cose ho imparato dalla semplicità, limpidezza, serenità dei piccoli animatori missionari!
* Sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana. Ha lavorato per 12 anni in Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo) e 10 anni in Polonia. Autrice di Terra e Missione