La vocazione missionaria, dono di Dio alla Polonia. Le storie di Magdalena, Kaska e Ania e la loro chiamata alla missione
di Maria Rosa Venturelli*
Fin dal 1998 abbiamo organizzato due volte l’anno delle convivenze spirituali con le giovani interessate al progetto vocazionale nella Chiesa e per la Chiesa missionaria. A metà febbraio e a metà luglio. Poi in agosto, ogni anno, molti facevano il pellegrinaggio a piedi alla Madonna di Czestochowa, un’esperienza di grande spessore spirituale e vocazionale. Da Varsavia ci volevano 10 giorni di cammino a piedi, partivano diversi gruppi: i giovani, le famiglie con figli piccoli, gli anziani, i diversamente abili; sacerdoti e suore accompagnavano tutti con canti, catechesi, silenzio, preghiera, testimonianze di vita, durante il cammino delle giornate. Arrivati a Czestochowa, c’era l’arrivo ai piedi della Madonna, sulla spianata del santuario, tutti sdraiati per terra, ascoltavamo la Parola di Dio che ci accoglieva per portarci ai piedi della Madonna Nera. Veramente momenti molto emozionanti. Nei dintorni del santuario venivano organizzate delle mostre vocazionali itineranti di diversi Istituti, tra cui la nostra. E i giovani passavano, leggevano, si interessavano e spesso in seguito chiamavano al telefono per avere notizie del carisma e delle attività missionarie.
Le ragazze venivano a casa nostra per una settimana di convivenza/ritiro spirituale e vocazionale, potevamo starci fino a 22 persone. Alcune signore nostre vicine cucinavano per tutte: Jadwiga, Janina, Magda, Ela, Lucynka, Longina. Altre persone contribuivano con viveri diversi. La parrocchia ci accoglieva a volte per la Celebrazione Eucaristica. Ogni incontro aveva un tema specifico di carattere biblico-vocazionale. Le convivenze erano aperte a tutte le ragazze dai 15 ai 28 anni. Gli incontri erano vocazionali per tutte le vocazioni, poi c’erano incontri specifici per le ragazze che erano interessate al carisma comboniano femminile.
Alcune giovani hanno iniziato un cammino con noi, altre sono entrate in clausura, altre in altre Congregazioni, altre si sono sposate, altre sono diventate laiche missionarie. Ma i frutti maturati sono stati profondi e meravigliosi davvero, grazie alla bontà del Signore.
Magdalena aveva 16 anni quando venne al nostro primo incontro. Non poté seguire la vocazione missionaria perché i genitori erano anziani e lei era figlia unica. Dopo studi in psicologia, ha atteso l’ora del Signore, ricordando con nostalgia il nostro carisma missionario. Per anni ha partecipato ai nostri incontri formativi. Poi in seguito è entrata in un Movimento cattolico “Parola e Vita” nella sua diocesi, e qui ha conosciuto Daniel. Il 25 maggio 2019 si sono sposati in chiesa, presero con loro un ragazzino in affido perché già avevano deciso di essere genitori vivendo una famiglia che avesse le porte spalancate sul mondo.
Kaska, una giovane quasi trentenne, invece decise di partire come “laica missionaria” della sua diocesi, che aveva le missioni in Papua Nuova Guinea. Trascorse lì due anni, si innamorò della missione e ripartì una seconda volta, per altri due anni. Poi dovette rientrare perché i genitori erano anziani e malati. Emigrò a Londra in cerca di lavoro, mentre aiutava i genitori economicamente. Poi rientrò definitivamente nella sua città e qui conobbe Paweł e 5 anni fa si sono sposati. Non hanno ancora figli ma entrambi conservano una grande ammirazione per i missionari e le missionarie. Lavorano nella Caritas diocesana.
Ania, si presentò un giorno alla nostra porta, di pomeriggio, durante una convivenza con le giovani. Stava cercando la sua strada. Arrivò senza preavviso, perché voleva sapere come eravamo realmente e si inserì nell’incontro spontaneamente. Era insegnante di inglese, decise di diventare missionaria comboniana e attualmente lavora con entusiasmo e gioia nella missione in Sri Lanka. La sua mamma, Jadwiga, è molto orgogliosa di lei e mi ricorda spesso che noi siamo la sua grande famiglia, una famiglia missionaria.
Per tenere unite le ragazze che venivano alle nostre convivenze, demmo vita a un giornalino missionario nostro, fatto in casa, dal titolo “Misja czeka na ciebie!” – La Missione aspetta te!
Usciva quattro volte l’anno e conteneva: lectio bibliche, testimonianze di nostre sorelle, lettere delle ragazze, riflessioni dal mondo. E veniva inviato all’inizio via posta a tutti coloro che noi conoscevamo, oltre alle ragazze, in giro per tutta la Polonia. Successivamente in via digitale.
Demmo anche inizio a un Movimento on line, chiamato “Monastero invisibile”, dove ogni persona che aderiva volontariamente doveva offrire almeno 15 minuti di preghiera ogni giorno per le vocazioni nel mondo, compresa quella missionaria. Avevamo parecchie iscrizioni, che si scaglionavano durante la giornata, la settimana o il mese, che erano così coperti di preghiera per le vocazioni nella Chiesa.
* Sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana. Ha lavorato per 12 anni in Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo) e 10 anni in Polonia. Autrice di Terra e Missione