Il mese missionario ci invita a rispondere alla chiamata del Signore con «Eccomi, manda me» (Is 6,8). Nella riflessione di sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana, tre testimonianze di chi ha pronunciato il “Sì” alla missione
di Sr. Maria Rosa Venturelli *
Da pochi giorni abbiamo iniziato il mese missionario. Scrive Papa Francesco nel Messaggio inviato a tutta la Chiesa per questa occasione: “Nella missione di annunciare il Vangelo, tu ti muovi perché lo Spirito ti spinge e ti porta…la missione è risposta, libera e consapevole, alla chiamata di Dio. Ma questa chiamata possiamo percepirla solo quando viviamo un rapporto personale di amore con Gesù vivo nella sua Chiesa. Chiediamoci: siamo pronti ad accogliere la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita, ad ascoltare la chiamata alla missione, sia nella via del matrimonio, sia in quella della verginità consacrata o del sacerdozio ordinato, e comunque nella vita ordinaria di tutti i giorni?”.
Ho svolto per molti anni il ministero di Animazione Missionaria nelle Chiese locali – in Congo, in Polonia, a Roma – Alcuni ricordi ri-emergono pensando alla vita missionaria degli sposi cristiani. Ho aiutato per esempio a preparare due matrimoni missionari, dove gli sposi si erano impegnati a vivere “con le porte e le finestre delle loro case spalancate sul mondo”.
Lilli e Umberto
A Tragliata, nella periferia di Roma, si trova un antichissimo Borgo, un vero e proprio paesino in miniatura. Rimangono i resti di mura fortificate e di torri di avvistamento oltre a due chiese e diverse fontane in tufo. Il Borgo è un meraviglioso paesello risalente al periodo etrusco, oggi immerso nel verde e avvolto nel silenzio di una natura incantevole.
In questo Borgo, nella chiesa parrocchiale, era il mese di luglio, esattamente il 5 luglio del 1997, Lilli e Umberto – che per alcuni anni avevano partecipato al GIM, cammino di formazione e spiritualità missionaria proposto dalla Famiglia Comboniana, che si è tenuto per diversi anni nella nostra casa generalizia in Via Boccea a Roma – hanno deciso di rendere il loro matrimonio decisamente missionario. Con l’aiuto di un gruppo di nostre giovani in formazione abbiamo organizzato l’evento, in accordo con il parroco.
Lilly e Umberto avevano preparato le magliette, che pure loro hanno indossato al momento della processione offertoriale, portando all’altare il loro “Sì missionario”. Oggi hanno una figlia già grande, Aurora, che è tutta la loro gioia. Lilli è una imprenditrice di successo, Umberto è dedito ai suoi ideali di agricoltura biologica. Una famiglia che ha animato da sempre in modo missionario la parrocchia e gli amici. Hanno una grandezza d’animo non comune e una capacità di amare incondizionatamente.
Elisa e Pierpaolo
Troia, in provincia di Foggia, cittadina situata a ridosso dell’assolata piana del Tavoliere. Le sue origini sono antichissime. Fondata agli albori dell’XI sec., essa inglobò tra le sue mura una preesistente “città vecchia” le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Inizialmente, nel IV-II millennio a. C., vi troviamo un insediamento umano dedito alla caccia; verso l’VIII sec a.C. una comunità dalle già evolute forme di vita materiale e spirituale e successivamente, a partire dal VI-V sec a.C., una florida e raffinata città collocabile nell’orizzonte politico e culturale della Magna Grecia.
Elisa e Pierpaolo hanno coronato il loro “Sì missionario” il 24 luglio del 2006. Lei infermiera professionale all’Ospedale Rizzoli di Bologna, lavorando nel reparto pediatria, lui operatore sociale nel comune di Bologna, in attenzione a situazioni di famiglie disagiate.
Hanno celebrato il loro matrimonio nel paese di Elisa, dove da decenni vivono i Missionari Comboniani, mentre le sorelle comboniane hanno lasciato quella terra già da alcuni anni. Una parrocchia, quindi, dalla lunga e vivace tradizione missionaria, vicina da sempre alla missione ad gentes. Ho fatto da testimone alle nozze insieme a Paolo un ragazzo in sedie a rotelle. Per il viaggio di nozze hanno scelto di svolgere un mese di volontariato in Kenya, insieme a un gruppo organizzato. Hanno adottato una bimba di tre anni, Sharon, oggi adolescente serena.
Bienvenue
E come non ricordare la catechista del corso della Cresima, nella nostra parrocchia di s. Paola Romana, qui a Roma, che insieme al marito, dopo dieci di matrimonio senza figli, hanno deciso per l’adozione di una bimba orfana proveniente da Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo. Si chiama Bienvenue, è arrivata nella sua nuova casa a Roma nel 2014. Aveva tre anni. Oggi è una splendida ragazzina felice.
Continua ancora Papa Francesco: “Capire che cosa Dio ci stia dicendo in questi tempi di pandemia diventa una sfida anche per la missione della Chiesa.
In questo contesto, la domanda che Dio pone: «Chi manderò?», ci viene nuovamente rivolta e attende da noi una risposta generosa e convinta: «Eccomi, manda me!» (Is 6,8).
Dio continua a cercare chi inviare al mondo e alle genti per testimoniare il suo amore, la sua salvezza dal peccato e dalla morte, la sua liberazione dal male” (cfr Mt 9,35-38; Lc 10,1-12).
Buon mese missionario!!!!
* Sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana. Ha lavorato per 12 anni in Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo) e 10 anni in Polonia. Autrice di Terra e Missione