«Andate ai crocicchi delle strade e chiamate tutti». Tutti siamo invitati alle nozze. Vestiamo l’abito della festa per essere pronti all’incontro con lo Sposo ogni giorno. Commento al Vangelo a cura di Don Pierluigi Nicolardi*
In queste domeniche i toni di Gesù nel Vangelo sono sempre più forti; egli racconta alcune parabole sul regno. Nelle domeniche di questa scorsa estate abbiamo ascoltato numerose parabole che avevano come oggetto il contenuto del Regno: il regno simile a un tesoro nascosto, ad una perla, ad un seminatore e ad un seme di senape. Ora l’oggetto delle parabole è il compimento del Regno.
Il banchetto di nozze
In questa domenica, XXVIII del Tempo ordinario, Gesù associa al Regno l’immagine del banchetto di nozze; egli afferma che un re invita al banchetto alcuni i quali, tuttavia, rimandano al mittente l’invito del re, addirittura bastonando e uccidendo i servi. Dietro questo primo invito è celato il mancato accoglimento da parte dei Giudei del monito di Dio alla conversione; i servi rappresentano i profeti, talvolta perseguitati e uccisi. Ma il re non si arrende e invia altri servi a fare altri inviti, stavolta rivolti a tutti: «Andate ai crocicchi delle strade e chiamate tutti».
La chiamata alla salvezza non è riservata solo ad alcuni; il re vuole che tutti siano presenti alle nozze del figlio e quasi “costringe” ad entrare alla festa. N. Cabasilas, nel suo celebre trattato La vita in Cristo, afferma che Dio «con una certa meravigliosa violenza, con tirannide amica» «non cessa di importunarci per la nostra salvezza» e «ci costringe» a partecipare al suo convito di nozze.
L’abito nuziale delle «opere buone»
Se tutti siamo chiamati alla salvezza, tuttavia ci ricorda il Signore che pochi sono gli eletti. E la discriminante sarà l’abito nuziale. Nel Vangelo di Matteo, come nell’Apocalisse («la veste di lino sono le opere giuste dei santi», cf. Ap 19,8), l’abito nuziale è legato all’immagine della veste battesimale, ma richiama anche le opere buone. Di fronte a Dio siamo chiamati non solo a riportare l’abito battesimale, ma siamo tenuti a presentarci rivestiti di carità.
Rivestìti dalle «opere buone» (Mt 6,10), ci introduciamo al banchetto delle nozze eterne del Figlio.
* Presbitero della diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca, Amministratore Parrocchiale di «S. Antonio da Padova» in Tricase (Le), Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Famiglia e AE di zona AGESCI «Lecce Ionica». Autore di Terra e Missione