L’Avvento nella vita missionaria in Polonia

Le radici spirituali delle affascinanti tradizioni d’Avvento in Polonia nel racconto di sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana

di Maria Rosa Venturelli*

Domenica prossima, 29 novembre, inizia il tempo di Avvento. Tra le celebrazioni religiose caratteristiche della Polonia ci sono le “Roraty adwentowy”, che si svolgono all’alba in ogni parrocchia, alle 5 o alle 6 del mattino.

Si arriva in chiesa portando la roratka, una lampada di cartone, metallo o di ceramica, che viene accesa entrando nella chiesa avvolta nel buio, e poi innalzata al cielo durante il canto del gloria, mentre si accendono tutte le luci della chiesa. Al termine della celebrazione ogni luce viene portata a casa per illuminare la vita del cristiano nei giorni dell’Avvento. La preghiera delle Roraty si celebra tutti i giorni lavorativi, eccetto la domenica.

La messa Roraty, un invito per l’Avvento

Roraty, al plurale, significa preghiera dell’ “attesa”, della “venuta del Signore Gesù” sulla terra. Come ci ricorda l’apostolo Paolo, che scrive che Cristo discese dal cielo per assumere la nostra umanità nella sua interezza, tranne che nel peccato. Roraty è l’attesa dell’Incarnazione del figlio di Dio, Gesù, che sarà il Salvatore di tutta l’umanità, ieri, oggi e sempre.
Ogni giorno del tempo di Avvento traccia il cammino di Gesù in discesa verso la nostra umanità.

Bambini, giovani, adulti, anziani, tutti partecipano alla Messa del mattino molto presto. Quando ero a Varsavia, questa celebrazione eucaristica iniziava prima del lavoro e prima dell’inizio giornaliero delle scuole.
Ognuno di dirigeva verso la chiesa della propria parrocchia, portando la sua lampada accesa, proprio perché si chiede ai Cieli di aprirsi, di scendere sulla terra per depositarvi il Figlio di Dio, che prenderà la nostra umanità, diventando uno come noi. È una preghiera quotidiana fatta di luci e canti, mentre in ogni chiesa brillano i grandi abeti con le loro luci splendenti e colorate.

Questa tradizione in Polonia risale al XIII secolo. Il significato della parola “Roraty” proviene dalla prima parola in latino del canto iniziale della Messa in tempo di Avvento: “Rorate caeli desuper”. È una tradizione ancora molto viva in Polonia.

Dopo la festa di San Nicola e Maria Immacolata, ognuno nella propria casa, aiuta ad addobbare l’albero di Natale, antica tradizione nordica e slava. Attualmente sotto l’albero si mette la grotta del piccolo Gesù. Il presepe, infatti. è una tradizione tipicamente nostrana, nata dall’esperienza di san Francesco di Assisi.

Opłatek e a tavola un posto vuoto, così in Polonia si aspetta il Natale

Nei luoghi di lavoro, scuola, famiglia, ovunque prima del Natale si scambiano gli auguri con un sacramentale tipicamente slavo, attraverso simboli cristiani molto significativi e conosciuti. Si tratta del cosiddetto opłatek”, un’ostia bianca fatta apposta per questo momento di augurio e preghiera. Non esiste questo altrove.

L’ultima settimana prima del Natale, ogni famiglia prepara le pietanze natalizie fatte in casa.
Poi il 24 dicembre sera i bambini, col naso incollato alla finestra, scrutano l’arrivo e la visibilità della prima stella apparsa su in cielo. Il riferimento è alla celebre Stella cometa di Betlemme che guidò i tre Magi fino a Gesù. La stella è in qualche modo un simbolo della nascita di Gesù e la sua apparizione è una specie di segnale per sedersi al tavolo della Vigilia, dove ci sarà sempre un posto in più, vuoto, che simboleggia l’accoglienza di Gesù nel povero, che potrebbe bussare alla porta per essere accolto.

Sotto la tovaglia nella Veglia natalizia si deve poi trovare un po’ di paglia. Questo è un chiaro riferimento al posto in cui nacque Gesù. La Bibbia narra infatti che il bambino fu disposto in una mangiatoia, dove si alimentavano di solito gli animali di un gregge.

La cena della Vigilia è all’insegna dell’antica cucina polacca: barszczyk czerwony (brodo di barbabietola rossa), bigos (specie di tortellini verdi), la carpa, fritta o in salsa grigia: saranno le 12 portate di pesce della Vigilia polacca, senza nessuna portata di carne. L’assaggio della carne è riservato per il giorno di Natale e nei giorni seguenti, in quanto non si cucinerà nulla, ma si mangerà quanto preparato prima della vigilia natalizia.

La mattina della Epifania, andando alla messa dei Re Magi, ognuno porta a casa un piccolo pacchettino, che contiene all’interno i simboli dei doni da loro portati, insieme a un gessetto bianco. Il capofamiglia scrive sugli stipiti della porta quanto segue: M+B+K = 2021. Questo significa che i Re Magi, tornando da Betlemme, sono passati ad annunciare anche a noi che è nato Gesù.

Questi sono i caldi ricordi d’infanzia che accompagnano le persone polacche per tutta la loro vita, ovunque essi si trovino a vivere. E questo accompagna pure noi che abbiamo vissuto a lungo in quel Paese, così ricco di tradizioni. Per me personalmente, hanno arricchito la mia vita spirituale, grazie a questo popolo ricco di spiritualità cristiana.

Vivendo oggi in Italia, sento molto la nostalgia di questa simbologia liturgica slava, di una preghiera che si nutra di simboli, di parole forti e significative, di gesti veri e toccanti per l’anima, che danno il tono a tutte le giornate da vivere in Avvento e in seguito.

Sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana

* Sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana. Ha lavorato per 12 anni in Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo) e 10 anni in Polonia. Autrice di Terra e Missione

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