Sr. Maria Rosa Venturelli*, missionaria Comboniana, ci accompagna con le sue riflessioni alla festa dell’Immacolata Concezione di Maria, che si celebra l’8 dicembre di ogni anno
Maria nella mia vita di donna missionaria è emersa a tappe, contemplandole a ritroso nel cammino fatto. L’8 dicembre è la Solennità di Maria Immacolata. Anche lei ha avuto delle tappe nella sua vita: la vita di bambina con i genitori Anna e Gioacchino, giovane donna nel tempio di Gerusalemme consacrata a Dio nella preghiera e poi la sua nuova vita, nata dall’incontro con il Signore, nella Sua Parola. L’Annunciazione e la Visitazione, la Madre nel tempio che cerca Gesù che si era smarrito, al seguito di Gesù sulle vie polverose della Palestina di allora, ai piedi della croce e infine con gli apostoli raccolti interno a lei in attesa del dono dello Spirito. Di nuovo raccolta ancora in preghiera.
La Vergine Maria e la scelta di vita consacrata
Maria segna la vita di ogni persona che si consacra al suo Figlio Gesù. Ha segnato anche la mia vita di donna missionaria.
Ne porto il nome, Maria Rosa, essendo nata il primo giorno del mese di maggio, mese dedicato, secondo la nostra tradizione, a Maria e alle rose, splendidi fiori profumati del tempo primaverile.
Poi all’età di tre anni, quando grazie a una preghiera di intercessione rivolta a Maria dalla mia mamma Elena, lei stessa mi consacrò a Maria, affidandomi a lei totalmente. E così fu…. poiché mi consacrai totalmente a Dio e alla Missione il 1° maggio del 1971, il primo giorno del mese a lei dedicato.
Festa liturgica dalla Chiesa riservata alla memoria di San Giuseppe artigiano e lavoratore.
Tutti questi momenti hanno segnato per sempre la mia vita di suora comboniana.
E poi quando in Congo, nel pomeriggio del 9 novembre del 1986, ero in punto di morte, vidi improvvisamente la mia missione di Isiro piena di gente, mentre io mi stavo incamminando verso la vita pinea, quella eterna. C’era una porta grande, al temine del percorso che stavo facendo, ed era spalancata. Ed io mi avvicinavo sempre più per oltrepassarla, quando improvvisamente la porta si chiuse davanti ai miei passi ed io ritornai alla vita della terra. Ho capito allora una delle prerogative di Maria: lei è la porta del cielo, come si canta pure nelle Litanie Lauretane.
Immacolata Concezione, luce che orienta il cammino
È Gesù che chiama alla vita missionaria e ti consacra per l’annuncio del Vangelo, ma è Maria che custodisce il tuo cammino, orienta i tuoi passi, così come lei è stata guidata dallo Spirito del Padre, nel vivere quanto le era stato rivelato. Maria custodisce fino alla fine la chiamata di ogni persona amata dal Signore.
È bello per me ricordare l’icona di Santa Maria delle Grazie, custodita nella mia parrocchia attuale, ove vive la mia famiglia. Maria dona una rosa a Gesù, che è nelle sue braccia.
Nelle Cronache storiche leggiamo: “All’interno della chiesa si trova un affresco del ‘400 raffigurante la Madonna delle Grazie o del Trebbo, immagine venerata dalla popolazione. La Vergine è qui raffigurata nell’atto di donare una rosa a Gesù. Il fiore, dal grande valore simbolico, sta a significare la bellezza cortese e perfetta della Madre di Dio. Lo sfondo dell’affresco esalta la dimensione regale del soggetto, con tessuti bordati da lettere arabe e rappresentazioni degli astri, così come la veste stessa della Madonna, arricchita da un soffice panneggio”. La rosa, regina tra i fiori, simbolo denso di significati nella cultura gotico-cortese, segna qui la bellezza gentile e perfetta riservata alla Madre del Dio fatto uomo, ed a ogni persona amata dal Signore nel tempo.
Trebbo significa “trivio”, dal latino trivium, in dialetto locale “trébb”: crocchio di persone, riunione di amici, incontro, veglia poetica nella sera (ander a vajjà).
È bello pensare a Maria che “veglia” sulla vita e sul cammino di ciascuno/a di noi, ci custodisce nell’Amore del Padre, ci accompagna ogni sera nella veglia di un sonno ristoratore e tonificante.
Per me Maria è questo passo di danza che accompagna il cammino della mia vita da sempre, fin dal grembo materno e la porterà a compimento nel passaggio alla Gloria della Pasqua celeste.
* Sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana. Ha lavorato per 12 anni in Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo) e 10 anni in Polonia. Autrice di Terra e Missione