“Quando il Signore agisce nella nostra vita ci rimette in piedi. Ci ridona la dignità e ci porta nella posizione dei figli di Dio, dei risorti”. Così scrive don Pierluigi Nicolardi* nel commento al Vangelo di domenica 7 febbraio
Uno dei miracoli meno complessi è certamente quello che Gesù compie nel Vangelo di questa domenica, V del tempo ordinario. Ci affascina sempre leggere di Gesù che riporta in vita i morti o che dischiude orecchi e occhi a sordi e ciechi, che fa parlare i muti o camminare i paralitici; ci affascina perché, in fondo, anche oggi rivolgiamo a lui tante preghiere perché possa aiutare nostri cari e amici a vincere difficoltà e malattie. Ci disorienta, invece, leggere con tanta enfasi la guarigione della suocera di Pietro da una banale febbre.
In realtà, questa guarigione va letta con più profondità; anzitutto, nel contesto della predicazione e dell’attività nella vita pubblica di Gesù: predicare e guarire sono le due attività prevalenti di Gesù che esprimono la sua missione e solidarietà con gli uomini e le donne di ogni tempo.
Benedetto XVI, nella preghiera dell’Angelus del 05 febbraio 2012, disse che «le malattie sono un segno dell’azione del Male nel mondo e nell’uomo, mentre le guarigioni dimostrano che il Regno di Dio, Dio stesso è vicino». L’azione di guarigione e la predicazione del Regno sono il segno che «Gesù Cristo è venuto a sconfiggere il Male alla radice, e le guarigioni sono un anticipo della sua vittoria, ottenuta con la sua Morte e Risurrezione».
Non solo. La guarigione dalla febbre, nello specifico, va compresa nel contesto di quanto l’evangelista Marco descrive; la suocera di Pietro, a casa della febbre, è «a letto», ossia incapace di mettersi in piedi. Gesù, prendendola per mano, la rimette in piedi.
È qui la bellezza del significato del gesto: l’evangelista usa il verbo della risurrezione eghéiro, mettendo in evidenza come il peccato ci rende incapaci di stare al mondo da risorti, cioè in piedi. Ma non basta; Marco annota che la donna, appena risanata dalla sua incapacità di stare in piedi, si mise a servirli. Ogni miracolo che Gesù compie ha a che fare non con la guarigione fisica soltanto, ma anche e soprattutto con la fede della persona.
Quando il Signore agisce nella nostra vita ci rimette in piedi! Egli ci ridona la dignità perduta col peccato e ci porta nella posizione dei figli di Dio, dei risorti. E una volta che abbiamo recuperato la nostra dignità filiale, allora non possiamo non metterci, come la suocera di Pietro, a servizio di Dio e dei fratelli.
L’azione nei confronti dell’umanità ferita è incessante; giunta la notte, egli continua a guarire e a liberare gli uomini e le donne che gli conducevano, mostrando tutta la sua potenza e compassione che proveniva dal suo rapporto intimo e profondo con il Padre.
L’evangelista annota, infatti, che uscito di buon mattino, si ritirava in luoghi deserti a pregare. Già! Non è magia quella di Gesù, ma compassione per gli uomini e le donne di ogni tempo che nasce dalla profonda comunione con il Padre.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,29-39)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
* Presbitero della diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca, Parroco di «S. Antonio da Padova» in Tricase (Le), Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Famiglia e AE di zona AGESCI «Lecce Ionica». Autore di Terra e Missione