“Fino ai confini della terra” è la rubrica che ospita viaggi virtuali in compagnia di missionari e missionarie che vivono negli angoli più difficili e dimenticati del pianeta. Questo mese ci colleghiamo dalla missione della diocesi di Potosí, in Bolivia, dove le missionarie della Consolata condividono le gioie e i dolori della vita con la gente quechua, nel paese rurale Vilacaya.
La prossima puntata di “Fino ai confini della Terra” sarà trasmessa in diretta streaming il 31 marzo, alle ore 20:30, sulla pagina Facebook Terra e Missione.
La missione a Vilacaya, Bolivia
Nella campagna andina della Bolivia, quasi al confine con l’Argentina, a 3.000 metri di quota, nel dipartimento di Potosí, sorgono quaranta minuscole comunità rurali che fanno capo a Vilacaya, paese dove dal 2013 vive una comunità composta da quattro missionarie della Consolata, fra le quali suor Stefania Raspo. «Si tratta di una zona di campagna che soffre profondamente il cambiamento climatico – racconta la missionaria-, che qui prende le fattezze della desertificazione: ogni anno le piogge diminuiscono, le gelate e grandinate improvvise mettono a repentaglio la sopravvivenza delle famiglie, che ad un certo punto sono costrette a migrare verso le città o verso l’Argentina, in cerca di un futuro migliore.
Nel nostro servizio missionario cerchiamo di essere un segno positivo, in un mondo in cui il diverso fa sempre più paura. La sfida più grande è quella di avere sempre il cuore aperto per accogliere l’altro».
Gli abitanti di questo territorio sono cattolici e appartengono all’antico popolo indigeno dei quechua.
Il progetto delle missionarie in Bolivia per l’istruzione femminile
Le missionarie hanno riscontrato negli anni una notevole difficoltà, per le ragazze che terminano le superiori, a poter accedere a studi universitari o professionali. L’ostacolo più grande è certamente quello economico: l’università in Bolivia ha dei costi alti, le famiglie devono pagare vitto e alloggio nella città e il più delle volte l’università richiede l’acquisto di un computer per lo studio. Queste spese sono ingenti per famiglie numerose e con poche entrate (i prodotti dell’agricoltura e della pastorizia danno appena il necessario per vivere). Eppure il sogno dei genitori è poter… realizzare i sogni dei propri figli: uno studio che permetta l’ingresso nel mondo del lavoro specializzato. Se la situazione è problematica per tutti, per le ragazze lo è ancora di più, perché per una donna trovare un lavoro è più difficile, e generalmente i salari sono più bassi.
«Vogliamo aiutare le ragazze a realizzare questo sogno – racconta sr Stefania -. Alcune desiderano frequentare le scuole professionali nel campo dell’infermeria, gastronomia, taglio e cucito… altre desiderano entrare in una facoltà. Inizialmente pensiamo di dare loro 500 pesos boliviani mensili, che servono per coprire in parte le spese di iscrizione e di vitto e alloggio».
Come sostenere il progetto in Bolivia
Attraverso l’app Tucum sarà possibile offrire un’educazione universitaria alle ragazze che hanno scarse possibilità economiche, per formarsi professionalmente ed entrare nel mondo del lavoro. A sua volta, ogni ragazza potrà nel futuro aiutare fratelli e sorelle minori nello studio.
Per sostenere il progetto scarica l’app, clicca su “sostieni un ente accreditato” e seleziona “Missionarie della Consolata”.