Colombia, De Munari (Operazione Colomba): «Attraverso la morte rinasce la vita»

Silvia De Munari, volontaria di “Operazione Colomba”, racconta l’esperienza nella Comunità di pace di San José de Apartadó, nel dipartimento di Antioquia, accanto ai contadini che da anni vivono sotto costanti minacce di morte

Bienvenida Silvia de nuevo a tu bello hogar”. Mi hanno accolta così all’ingresso principale della Comunità di Pace di San Josè de Apartadò in Colombia. Non è la prima volta che, dopo un lungo viaggio, arrivo in questo angolo dell’America Latina. Dal 2013 faccio parte di Operazione Colomba, il Corpo Nonviolento di Pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, un progetto nato nel 1992 dal desiderio di alcuni volontari di vivere concretamente la nonviolenza in zone di conflitto.

Dal 2009 Operazione Colomba ha aperto una presenza permanente di “accompagnamento protettivo internazionale” in Colombia su richiesta di un gruppo di contadine e contadini che, per aver intrapreso un processo di resistenza nonviolenta in una delle terre “più ricche” del mondo, vive da più di 20 anni sotto costanti minacce di morte.

Volontari di Operazione Colomba

Hanno rifiutato qualsiasi forma di coinvolgimento nel conflitto armato che da decenni insanguina il Paese. Hanno rifiutato la protezione con scorte armate non credendo nella maniera più assoluta all’utilizzo delle armi come forma di tutela della vita e dei propri Diritti. Hanno rifiutato i facili ingressi economici provenienti dalle coltivazioni illecite che ti rendono schiavo di un sistema, quello del narcotraffico, responsabile di una violenza cieca. Hanno rifiutato, in definitiva, l’oppressione del sistema dominante, trovando un modo alternativo per “vivere in mezzo alla guerra senza farne parte”.

Dal 1997 ad oggi, hanno saputo creare una piccola comunità riconosciuta e stimata in tutto il mondo, per mettere in pratica, ogni giorno, principi quali la neutralità, il lavoro comunitario, la libertà, la memoria, la resistenza, l’alternativa possibile, la difesa della terra in un contesto estremo di violenza che ha visto già più di 300 persone di questa comunità assassinate dai diversi attori armati. Dire no alla logica della morte, essere diversi, cercare di creare una società differente. È da questa ricerca di creare qualcosa di diverso che arriva la richiesta di una presenza internazionale come scorta civile non armata.

Operazione Colomba: un’altra difesa è possibile

Da più di dieci anni i volontari e le volontarie di Operazione Colomba in Colombia indossano una maglia arancione, infilano stivali di gomma, mettono una amaca e un cambio nel proprio zaino e si mettono in cammino al fianco della Comunità di Pace. È l’essere presenza internazionale che “ostacola” l’uso della violenza nei confronti di questa Comunità.

La quotidianità è scandita dalle richieste di accompagnamento nei vari terreni, tutti comunitari, che appartengono a questa comunità. Li accompagniamo nella semina dei prodotti della loro canasta familiare: riso, fagioli, mais, yuca. Li accompagniamo nei raccolti di questi prodotti. Li accompagniamo durante i loro spostamenti, in particolare di quelle persone che ancor oggi sono minacciate di morte.

Operazione Colomba - scorta civile

Resistere in questa zona così ricca di risorse minerarie, così ricca di fonti idriche, ha reso questo gruppo bersaglio di un sistema che vuole espropriare loro la terra per trarne “benefici” per pochi. Le strategie di sterminio sono molte: l’assassinio, le minacce, i furti, la stigmatizzazione, le calunnie ecc.. Ma loro, persone rette, non si sono mai lasciate piegare dalla paura della morte per difendere la propria terra, come è accaduto l’8 luglio 2000 quando, con un’arma puntata alla nuca e l’ordine di inginocchiarsi, sono rimasti in piedi e in piedi sei di loro sono stati fucilati.

Non è facile raccontare il coraggio insito nella vita quotidiana di questa gente, il loro legame così profondo con la Madre Terra, la forza di scegliere ogni giorno questo cammino di pace. Una pace costruita dal basso, un cammino non imposto da teorie o studi in materia, ma nato dalla mente e dal cuore di chi ha visto il proprio padre, madre, fratelli o sorelle ammazzati e fatti a pezzi. Per questo, un cammino autentico.

Dalla parte giusta della storia

Non sappiamo hasta cuando (fino a quando). Oggi però mi sento di poter dire che loro hanno vinto e che io, noi, non solo stiamo perdendo, ma ci portiamo dietro ogni giorno, a volte forse in maniera inconsapevole, un debito enorme nei confronti di queste persone. Nessuna scusa, sia essa economica, politica o sociale, giustificherà il nostro essere troppo spesso inerti, fin tanto che ancora, nel mondo, c’è chi per difendere anche il nostro futuro come umanità rischia, ogni minuto, la propria vita.

Io oggi, qui, so di stare dalla parte giusta della storia. E io oggi, qui, so di avere una grande responsabilità ogni qualvolta, “a casa mia” non riesco ad essere e stare sempre da quella parte. Quando incontri questa Comunità, anche se direttamente non ti verrà mai detto, è chiaro il loro messaggio “missionario”: non per carità, ma per giustizia!

Silvia De Munari, volontaria di operazione colomba

“Qui l’importante siamo noi e quello in cui abbiamo creduto per tutta la nostra vita. Per molti di noi la Comunità di Pace è la nostra vita e se questa è la nostra vita, qui moriremo perché crediamo in essa”.

Silvia De Munari
Volontaria Operazione Colomba

Per chi volesse sostenere Silvia nella sua missione:
https://daicistai.apg23.org/campaign/ritorno-in-colombia-2/

Per info su Operazione Colomba:
www.operazionecolomba.it

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