“Quale patto potremo realizzare seduti dietro le nostre scrivanie?”. Con l’inizio dell’anno scolastico 2021/22, si apre la sfida per una Chiesa in uscita, nell’orizzonte di un patto educativo che riguardi tutti.
di sr. Vincenzina Botindari*
Sono passati oramai due anni da quando papa Francesco, con la “Laudato si’ ” ci ha fortemente sollecitati a creare un interesse e una forte passione per la Casa Comune. Mi verrebbe da utilizzare in questo momento un motto di don Milani: “I care”. Eh sì, mi sta a cuore tutto quello che mi gira attorno, per questo è necessario responsabilizzarsi in questo nuovo Patto educativo (PE). Una proposta che parte da papa Francesco e che ha il sapore della salvezza o della redenzione di tutto il mondo, a partire dall’uomo e per finire nel piccolo pezzo di terra in cui vivo.
Se ci chiediamo qual è lo spirito del PE, di certo ha come impronta un’idea di fondo molto concreta che il papa ci presenta spesso nel suo pontificato: la Chiesa in uscita! Il pontefice vuole una Chiesa, una parrocchia, dei cristiani che vivano profondamente il loro battesimo, che li porta per le strade del mondo. Non è possibile equivocare il suo discorso, che vuole delle comunità missionarie o, per dirla proprio con le sue parole, vuole “una Chiesa in uscita”.
Quale patto potremo realizzare seduti dietro le nostre scrivanie?
Forse, ora come non mai, il PE ci impegna a rivedere le nostre origini, a buttare l’occhio sulla prima comunità degli atti degli apostoli o, meglio ancora, a tornare alla teofania della Pentecoste per vincere le nostre paure e andare lì, dove l’uomo non è più al centro dell’opera educativa e in armonia con la creazione. Un luogo che il Signore ha reso magnifico perché tutti potessimo vivere magnificamente!
Questa armonia, oramai tradita, ha bisogno di essere ritrovata per restare fedeli a quanto Dio stesso ci ha dato e senza dimenticare l’invito a prendersene cura. Mentre oggi assistiamo purtroppo a tanti sviluppi di questa infedeltà causati dal nostro vivere come se fossimo soli e slegati dal resto del mondo, il PE afferma:
“Ascoltiamo il grido delle nuove generazioni, che mette in luce l’esigenza e, al tempo stesso, la stimolante opportunità di un rinnovato cammino educativo, che non giri lo sguardo dall’altra parte favorendo pesanti ingiustizie sociali, violazioni dei diritti, profonde povertà e scarti umani”.
Per sostenere e dare forza al pensiero di papa Francesco, è necessario comprendere che per cambiare fattivamente rotta è necessario partire dall’educazione. Anzi, serve anche un’alleanza educativa: non lo sforzo di pochi o di molti, ma di tutti. Non più azioni a sé stanti e dispersive, ma un lavoro che abbia come protagonisti tutti. Un lavoro intenso di relazioni o meglio di fraternità, perché solo la fraternità può salvare l’armonia di cui parlavamo poco fa.
Secondo il decreto Ad Gentes, “la Chiesa durante il suo pellegrinaggio sulla terra è per sua natura missionaria, in quanto è dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo che essa, secondo il piano di Dio Padre, deriva la propria origine”.
Dovremmo semplicemente ricordare quanto hanno vissuto i santi e i fondatori. Quanti patti educativi vissuti nel quotidiano! Non hanno conosciuto carta e inchiostro, ma sanno di ecclesialità e di comunione. Sono loro a ricordarci che la Chiesa, che Francesco d’Assisi chiama madre, è un prolungamento della missione di Gesù sulla terra. Siamo semplici pellegrini che mentre sostano su questa terra offrono un contributo perché ogni uomo possa conoscere un nome che è principio di salvezza: Gesù!
Papa Francesco non perde di mira il Concilio Vaticano ed esorta e propone perché si possa costruire un nuovo umanesimo. Un argomento che stava sicuramente a cuore al Pontefice Paolo VI, definito in diverse occasioni il papa del “nuovo umanesimo”. Sì, è ora il momento di realizzare un nuovo umanesimo secondo lo spirito del concilio e il PE è la via che si apre davanti a noi, che può portarci fuori, può farci uscire e vivere da missionari investendo e coinvolgendo tutti coloro che portano nel cuore il bene comune:
“Il bene comune è, dunque, la dimensione sociale del bene morale e come tale implica che la persona possa realizzarlo e realizzarsi solo esistendo con gli altri e per gli altri”. Dottrina sociale della Chiesa
A tutti auguriamo la piena convinzione che, se ognuno mette a disposizione le proprie forze, è possibile salvare il mondo intero.
Il cantante Giovanni Caccamo dà forma a queste parole con un album concettuale. Il singolo “Il cambiamento”, dedicato al rapporto tra uomo e natura, accompagna l’uscita del suo nuovo cd:
“Dove siamo rimasti, cosa abbiamo perduto nella fretta del tempo, nel potere del nulla? In questo vortice inarrestabile di materia e consumo, possiamo ancora trovare un contatto con noi stessi e con l’ambiente che ci circonda? Possiamo instaurare un dialogo armonico con la natura, nostra “madre terra”?
Si può fare, possiamo realizzare insieme il cambiamento che il Patto educativo ci propone!
* Suor Vincenzina Botindari nasce a Casteltemini (Ag) nel 1975. Suora francescana missionaria del Cuore Immacolato di Maria è impegnata come referente, per le Suore Francescane missionarie del cuore Immacolato di Maria, nella Onlus Oltremare per il sostegno a distanza e progetti missionari, nella pastorale giovanile e nell’IRC. Attualmente vive a Roma nella sua numerosa e missionaria fraternità da dove partono e ritornano le sorelle dalle varie missioni presenti. Un carisma francescano e missionario che non teme di raggiungere gli estremi confini del mondo!