Le radici e il traguardo della sinodalità missionaria, tappa fondamentale del cammino della Chiesa nel Terzo Millennio. Editoriale di sr. Elena Conforto*
Il Sinodo sulla sinodalità in corso è una tappa fondamentale del cammino della Chiesa nel Terzo Millennio. Un importante documento recentemente prodotto dalla Commissione Teologica Internazionale (2 marzo 2018), dal titolo “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa”, offre significativi spunti di riflessione a riguardo. Al numero 6, invita tutta la Chiesa a vivere una nuova tappa, scoprendo la bellezza di camminare insieme, come Popolo di Dio.
La sinodalità, in questo contesto ecclesiologico, indica lo specifico modus vivendi et operandi della Chiesa Popolo di Dio che manifesta e realizza in concreto il suo essere comunione nel camminare insieme, nel radunarsi in assemblea e nel partecipare attivamente di tutti i suoi membri alla sua missione evangelizzatrice.
Tuttavia, il concetto e la pratica della sinodalità non sono qualcosa di nuovo nella Chiesa, piuttosto di molto antico. Io ne ho fatto esperienza in Brasile nelle Comunità Ecclesiali di Base del Brasile (CEBs), le quali fanno appunto riferimento alle prime comunità cristiane, così come sono presentate nel Nuovo Testamento. Infatti, mi pare, che esse offrano delle piste significative per la pratica sinodale.
In esse, fin dalle origini, le donne facevano parte della comunità allo stesso livello degli uomini: nelle comunità della periferia di San Paolo, dove noi Missionarie di Maria-Saveriane abbiamo una comunità, sono spesso le donne che coordinano la comunità, che difendono la vita nella pastoral da criança per combattere la fame dei bambini malnutriti.
Negli Atti degli Apostoli le decisioni erano prese insieme e si superavano i conflitti dell’inclusione di persone di origine diverse: lo stesso avviene nelle CEBs, in cui troviamo pastorali come quella afro e indigena. Senza contare la priorità e l’opzione preferenziale per i poveri.
Una chiesa «ministeriale»
Nella periferia penso anche di aver vissuto in una Chiesa sinodale perché era ministeriale: nelle CEBs in Brasile ho scoperto la bellezza della diversità di ministeri, a servizio dei poveri, della Parola, dei malati… Quante volte ho potuto anch’io presiedere e celebrare la Liturgia della Parola, spesso durante la settimana Santa che è al cuore dell’anno liturgico… e lavare i piedi.
Inoltre, dobbiamo ricordare che la sinodalità a cui siamo chiamati/e non si esaurisce dentro i limiti della Chiesa, ma raggiunge una dimensione ecumenica a servizio della vita. Nella periferia di San Paolo tante sono state le occasioni di dialogo e impegno insieme a cristiani di altre confessioni per ottenere trasporto, scuole, asfalto e abitazioni dignitose. Sinodalità è camminare insieme a servizio del bene comune!
La sinodalità è un modo di essere Chiesa/comunità: essa si costruisce con il servizio di tutti/e; deve aprirsi al quartiere, alla strada per accogliere le necessità dei vicini.
Ricordiamo che i primi cristiani e le prime cristiane erano chiamati “quelli del cammino” di Gesù di Nazareth, cioè, il Regno. Erano quelli che camminavano insieme a servizio del Regno. Continuavano la lunga esperienza dell’Antico Testamento: essere un Popolo che cammina con Dio nella storia, a servizio del Regno.
Sfortunatamente con il passare dei secoli, questa testimonianza si è persa. Papa Francesco riprende con forza il concetto e la pratica della sinodalità. Da qui l’importanza di molte sue iniziative che hanno per obiettivo il superamento del clericalismo (dei chierici, ma anche dei laici) e della disuguaglianza nella comunità, che lui considera una malattia della Chiesa.
Per lui, è urgente migliorare la preparazione, la partecipazione e una inclusione di tutto il Popolo di Dio, cosciente che, nella Chiesa, la sinodalità vive al servizio della missione.
Un chiaro esempio di questo, sempre in Brasile, è stata la preparazione e realizzazione del Sinodo Panamazzonico, realizzato a Roma nell’ottobre del 2019. Gli operatori pastorali si sono messi in ascolto dei popoli amazzonici, attraverso assemblee, raccogliendo direttamente le loro analisi e i loro contributi su temi specifici, riguardanti la loro esistenza, come la difesa della vita e delle loro culture, l’urgenza dell’inclusione sociale ed ecclesiale e il deciso rispetto dell’ecologia. Questa è stata la base per elaborare lo strumento di lavoro che è stato poi studiato dai vescovi, invitati ed esperti.
Recentemente, come nuovo passo nel cammino sinodale, sinonimo di cammino ecclesiale, il Papa ha proposto che, in America Latina, al posto della consueta riunione del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM), come è già avvenuto a Medellin, Puebla, Santo Domingo e Aparecida, sia realizzata un’Assemblea Ecclesiale con la partecipazione di cristiani laici e laiche, religiose e religiosi, diaconi, presbiteri e vescovi, nel mese di novembre 2021. Sono passi concreti che rafforzano la pratica sinodale, che segna profondamente l’identità e il cammino della Chiesa in America Latina e Caraibi.
* Sr. Elena Conforto, mmx @Elena_Conforto
Missionaria di Maria-Saveriana