25 dicembre, commento al Vangelo della “Messa dell’Aurora” di Natale

Finalmente, i pastori arrivano alla grotta. È quanto ascolteremo nella lettura evangelica della messa dell’aurora nel Natale del Signore. Commento a cura di sr. Maria Rosa Venturelli*

Dal Vangelo secondo Luca 2, 15-20 – Liturgia della S. Messa dell’aurora

Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro:
«Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano.
Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Ho scelto di soffermarmi sul Vangelo proposto per la Messa dell’Aurora in quanto si tratta di un testo dell’evangelista Luca, che segue immediatamente quello proclamato nella Messa della notte.

La reazione dei pastori è positiva, dicono: “Andiamo a conoscere”. Sono pieni di interesse per l’annuncio ricevuto e desiderano verificarlo; allora si mettono in movimento, in cammino verso.

I pastori si muovono senza indugio, affrettandosi, come Maria nella visitazione alla cugina Elisabetta. Sono spinti pure loro da un motivo religioso: l’obbedienza alla Parola che è stata loro annunciata. Il loro andare si conclude davanti al segno loro annunciato: il bambino appena nato.

Notiamo i verbi riferiti ai pastori: prima ascoltano, poi si muovono e camminano nella notte e poi infine trovano il segno; a questo punto lo guardano e diventano a loro volta annunciatori, riferendo ad altri quanto avevano udito e visto e contemplato.

Tutti quelli che udivano, dice il nostro testo biblico, per cui ci siamo pure noi oggi tra i futuri ascoltatori del Vangelo, e pure le nostre comunità cristiane e religiose, che accolgono l’annuncio dei pastori e vi riflettono sopra.

Nel Vangelo di Luca, in questi primi capitoli, vi è una parola che spesso viene usata: lo stupore. E questo ci indica in positivo l’interrogarsi di fronte alle opere di Dio che si fanno storia.

Qui l’evangelista ci offre un piccolo spiraglio sui sentimenti di Maria e sul suo atteggiamento: custodire e meditare che sono le azioni successive allo stupore, che permettono di penetrare il senso degli avvenimenti. È come un’operazione di confronto che permette di far venire alla luce il senso profondo di un evento. Vediamo dunque Maria impegnare le sue energie di mente e cuore per capire gli avvenimenti che le accadono e le parole divine udite che la superano, per poterle sempre meglio comprendere.

E infine i pastori ritornano sui loro passi e ai loro pascoli. Ma lo stupore li accompagnerà, segnerà le loro vite e le cambierà per sempre. Hanno una marcia in più adesso. Tornarono glorificando e lodando Dio, dopo aver visto quanto era stato detto loro.

I pastori sono come gli angeli: lodano Dio, unendo cielo e terra nel glorificarlo, e questo è per noi un invito a vivere i nostri giorni nella Lode al Signore, per ogni evento che lui semina sul nostro cammino terreno.

Meditiamo con Maria

  • L’atteggiamento dei pastori cosa suggerisce alla mia vita di fede, al mio modo di partecipare alla celebrazione del Natale? Lo vivo nello stupore, glorificando Dio?
  • Il silenzio meditativo di Maria ci indica come leggere la sacra Scrittura e gli eventi della nostra vita: come posso raccogliere questo suo atteggiamento rendendolo quotidiano nel mio vissuto?
  • Vivo la mia fede glorificando Dio, cioè raccogliendo Dio venuto sulla terra e diffondendolo intorno a me?

E preghiamo insieme
Signore, Dio onnipotente, che ci avvolgi della nuova luce del tuo Verbo fatto uomo, fa’ che risplenda nelle nostre opere il mistero della fede che oggi rifulge nel nostro Spirito.

Buon Natale a tutti voi!

Sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana

* Sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana. Ha lavorato per 12 anni in Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo) e 10 anni in Polonia. Autrice di Terra e Missione

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