Oggi si celebra la prima domenica di Quaresima in cui contempliamo Gesù che si offre alle tentazioni nel deserto per insegnarci la via della vita. Commento al Vangelo di domenica 6 marzo a cura di Fra Giuliano Santoro, OFM*
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,1-13)
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Effatà, il Vangelo diventa podcast
Gesù nel deserto, tentato tre volte da Satana
L’evangelista Luca racconta questo momento tracciando due linee parallele. La storia delle tentazioni di Gesù nel deserto è situata in un momento preciso della storia di Gesù (e non solo…). L’evangelista ci parla anche del luogo in cui accade tutto ciò: il deserto. Non è solo a Gesù che guardiamo, ma a tutta la storia raccontata della Bibbia, facendo riferimento ad un tempo particolare: i quarant’anni che Israele passò nel deserto, di cui si parla nei primi cinque libri della Bibbia. Gesù, in memoria di quel tempo, stette «nel deserto, per quaranta giorni» (v. 1-2).
Dopo il passato, arriviamo al presente: «quando furono terminati, ebbe fame» (v. 2). Siamo alla fine di quel tempo, proprio come il Deuteronomio – ultimo dei cinque libri di cui sopra – che ci racconta la fine del tempo che Israele ha passato nel deserto, prima di entrare nella terra promessa. Mosè pronuncia un grande discorso, forte e appassionato. Quando Gesù deve rispondere al diavolo non dice niente di suo, ma usa proprio quelle parole che riguardano l’identità del popolo di Israele e il suo legame con Dio.
Guardiamo ora le tentazioni, momento di verità sul digiuno fino ad ora ininterrotto. Anche per noi le tentazioni alterano il ritmo di un’interiorità che vorremmo pura e lineare… ma non sono forse l’occasione per riaffermare l’opera di Dio nella nostra vita?
Prima tentazione: la fame e il pane
Non è solo una questione di stomaco, ma qualcosa di molto più profondo: il diavolo non vuole sminuire solo il digiuno di Gesù, ma la sua stessa identità di Figlio di Dio e la sua relazione di fede con il Padre. Il tentatore vuole dare l’illusione di poter condurre la vita in completa autonomia, escludendo il Padre che invece gli dà tutto ciò che gli serve. Ma Gesù, nella profondità del suo sguardo, risponde con quel versetto che dice: «ricordati del Signore e che, prima del pane, sono le sue parole che nutrono la tua fede!» (cfr. Dt 8,2-5). Risponde con l’ascolto.
Seconda tentazione: la terra e la gloria
Gesù sa bene cos’è la gloria, quella vera: la vivrà donando sé stesso sulla croce, secondo il progetto di Dio. Il diavolo, invece, propone un progetto alternativo, in cui però la persona resta isolata. La tentazione è molto sottile: non è solo una questione di potere, ma è la realizzazione di ciò che Israele attendeva da sempre: la terra, il regno di abbondanza e libertà promesso da Dio. Inoltre sembra che questo regno dipenda da Gesù che, invece, risponde con il ricordo di Dio e della sua opera: ciò che Israele ha ottenuto non se l’è guadagnato ma è tutto dono di Dio e della sua generosità (cfr. Dt 6,10-13).
Terza tentazione: l’identità
Il terzo tentativo colpisce nel segno: Gesù ha fatto capire al diavolo che ha intenzione di fare sul serio, e l’altro lo prende alla lettera. Entrambi ora sono Gerusalemme, luogo in cui deve rivelarsi il Figlio di Dio, e gli propone di dare spettacolo proprio sul Tempio, citando le Scritture. Solo che, se Gesù è chiaro quando parla, il diavolo propone interpretazioni ambigue e mette da parte l’opera di Dio, stuzzicando l’ego di chi lo ascolta. Sembra che stia dicendo: «tu puoi tutto, tutto ti è dovuto, Dio obbedisce a te» (cfr. Lc 4,9) e cerca di capovolgere la relazione con Dio Padre che invece non si limita a concedere diritti, ma effonde amore. Gesù, invece, rimette le cose in ordine: non tentare il Signore, perché già ti dona quello che ti serve per essere felice (cfr. Dt 6,16-19). Il Figlio di Dio, infine, risponde con l’umiltà.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Crediti foto: BibleArtLibrary/Collezione Essentials/Getty Images
* Fra Giuliano Santoro è un Frate Minore, attualmente in formazione presso il Convento di Castellaneta (TA). Ha vissuto alcune esperienze di missione in Albania. Svolge attività di animazione missionaria.