Lasciamoci prendere la mano e il cuore dalle tre domande di Gesù, rivolte a Pietro, e oggi a ciascuno di noi nella nostra quotidianità. Quale abbondanza di vita ha preparato per me il Signore? Commento al Vangelo a cura di sr. Stefania Raspo, missionaria della Consolata.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21,1-19)
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Commento al Vangelo
L’Evangelista Giovanni racconta l’incontro di alcuni discepoli con Gesù risorto, sul lago di Tiberiade, un luogo molto evocativo per tutti, infatti è su quelle rive che avevano conosciuto il Maestro e lo avevano seguito. Alla fine del racconto l’autore dice che era la terza volta che Gesù appariva ai suoi.
La liturgia pasquale ci ha proposto a più riprese questi incontri del Vangelo di San Giovanni, che hanno tratti comuni: anzitutto, sono incontri con una persona molto amata, la cui dipartita aveva causato un grande dolore. Maria Maddalena piange a dirotto; Tommaso non può credere alla grande novità della vita di Gesù. E questo “terzo episodio della serie” dice che i discepoli erano andati a pescare, un ritorno alla loro vita abituale; non osano chiedere chi fosse il misterioso uomo sulla riva, ma anche aggiunge: sapevano che era il Signore, il loro amato Signore.
Tutti questi incontri con il Risorto sono un misto di umanità e divinità, dove l’esperienza terrena con Gesù deve fare il salto di qualità, per allargare gli orizzonti limitati alla luce e vita del Risorto. Un salto che è chiesto anche a noi, che non abbiamo vissuto con il Gesù storico, ma dobbiamo sempre andare un po’ più in là per riconoscere il Gesù Pasquale. La difficoltà sta proprio lì: trovare il Risorto nella nostra quotidianità così… “quotidiana”. Come fare?
Magari abbiamo vissuto un Triduo Pasquale molto intenso, ma dopo la Pasquetta, ritroviamo il mondo così come lo abbiamo lasciato il Giovedì Santo. Quest’anno, una Pasqua segnata dalla guerra e dal rifiuto di cessare le ostilità per la festa. Non viene forse il dubbio che la risurrezione di Cristo è un mito, una favoletta che non ha cambiato nulla?
I discepoli tornano a pescare, e a non pescare nulla. In questa quotidianità a tinte fosche appare il Signore, e l’abbondanza della sua vita, rappresentata dalla rete carica di tantissimi pesci. L’invito è a farsi incontrare dal Risorto e riconoscere la sua vita abbondante nella mia vita. È possibile perché c’è già una familiarità con Lui: siamo suoi discepoli, non degli estranei. I suoi lo riconoscono nei gesti semplici della convivialità. Noi possiamo riconoscerlo nell’Eucaristia, nella Parola, ma anche per la strada, o in situazioni (mie o altrui) in cui si intravede la sua luce. La Parola sembra suggerire che è proprio nella mia quotidianità che lo incontrerò: Giovanni parla del mare di Tiberiade, Matteo nel suo Vangelo invita ad andare in Galilea. Il tempo di Pasqua è un buon tempo per allenarci a vivere la luce e vita della Pasqua nell’ordinarietà della vita!
Per la riflessione
- Guardo la settimana appena trascorsa e mi chiedo: ho incontrato il Risorto e la sua vita abbondante?
- Quali momenti sono più favorevoli per l’incontro con Lui? Li individuo e li cerco.
- Quale abbondanza di vita ha preparato per me il Signore?
Per la preghiera
Dopo aver fatto memoria dell’incontro con il Risorto questa settimana, lo ringrazio:
Signore Gesù,
Figlio di Dio Risorto,
Grazie per cercarmi e farti trovare.
Ho bisogno di te e della tua vita abbondante!
Grazie per la tua Parola e l’ Eucaristia
Grazie per la luce della Pasqua che dissipa le mie tenebre.
Apri i miei occhi per riconoscere
La tua presenza di vita nella mia vita.
Amen
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