Il Vangelo delle beatitudini domina la liturgia della Parola della quarta domenica del Tempo ordinario. Commento a cura di suor Assunta Scopelliti msc*
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,1-12)
Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Beati i poveri in Spirito. Commento al Vangelo
Il Vangelo delle beatitudini domina la liturgia della Parola di questa domenica. Le beatitudini evangeliche, una delle pagine più belle e più dense del nuovo testamento. Matteo designa come discorso della montagna tre capitoli in cui si espone una vera rivoluzione nel modo di pensare; la più grande, perché sposta l’ottica del piano puramente naturale, terreno, a quello soprannaturale. Invita a guardare le cose e i fatti con gli occhi di Dio, a valutarli secondo il metro suo.
Vediamo Gesù che sale sul monte si mise a parlare: Beati i poveri in spirito, gli affamati di giustizia, i non violenti, i misericordiosi, i puri di cuore, i perseguitati, quelli che si adoperano a mettere pace. Insomma, l’opposto dei prepotenti, dei violenti, dei litigiosi di cui è pieno il mondo, come anche le cronache attestano oggi. Anche l’Apostolo Paolo scrive ai cristiani di Corinto: “Quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il modo, Dio lo scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio”. Ecco “l’attesa dei poveri” trova qui e ora la sua realizzazione.
Ascoltiamo la prima Beatitudine: “Beati i poveri in spirito perché di essi è il Regno dei cieli”, è la più importante delle beatitudini, è la beatitudine che sta al centro della nostra fede. Povertà nello spirito evoca una disposizione globale. Essa puntualizza il senso radicale inteso da Gesù: essa ci immunizza contro il contagio dell’idolatria che sempre minaccia la purezza del nostro rapporto con Dio. Con questa prima beatitudine Gesù ci offre una grande lezione di vita evangelica e si rivela maestro intuitivo e penetrante.
Sia ai tempi di Gesù, che al mondo moderno, Dio continua a dare i suoi messaggi servendosi spesso di persone conosciute in vita o poverissime. A ben guardare, tuttavia, questo stile divino è cominciato con lo stesso Salvatore, che agli occhi del mondo ha concluso la sua vita sulla croce, cioè nel modo più ignominioso e fallimentare: i potenti e i furbi di allora hanno creduto cosi di toglierlo di mezzo, e invece la sua opera è dilagata nel mondo intero.
Lo si è sempre visto nei suoi seguaci, i martiri, i missionari, gli innumerevoli religiosi e laici che in famiglia o in piccole comunità sperdute sono stati e sono umili, deboli e spesso sconosciuti strumenti nelle mani di Dio. Hanno accettato di esserlo, non basando la propria vita sulle risorse umane della ricchezza, del potere o della cultura, ma servendosi di queste risorse (se ne disponevano) e in ogni caso delle altre risorse di cui ogni uomo dispone (intelligenza, energie fisiche, tempo e cosi via).
In questa luce, tutte le beatitudini acquistano con la speranza, molto in trasparenza, in profondità e in gioia, credendo nelle parole di Gesù: “Rallegratevi, esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”.
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* Suor Assunta Scopelliti, nata a Palma di Montechiaro (Ag) nel 1948, è missionaria del Sacro Cuore di Gesù – Santa Francesca Cabrini. La sua vita è sempre in movimento, vissuta nelle varie Comunità delle MSC della Provincia Italiana. È stata in missione a Novoaltajsk, in Russia/Siberia asiatica, dal 2004 al 2020. Attualmente vive in Italia, nella Comunità di Codogno, casa per le sorelle anziane, dove svolge il servizio di responsabile e continua con passione apostolica la missione nella pastorale parrocchiale e nella pastorale giovanile.