Golpe in Niger, che provoca un ennesimo grave choc alla stabilità africana ed in particolare della regione saheliana. Il racconto a Terra e Missione di padre Mauro Armanino, missionario SMA a Niamey.
Dopo l’annuncio del ‘golpe’ nella notte, tutto calmo in strada e un accenno di pioggia col cielo grigio, ennesimo nel Niger, specializzatosi per l’incapacità ad assumere i cambiamenti di una politica inadatta che non siano i militari ad intervenire per azzerare il tutto.
Alcuni feriti sono stati trasferiti all’ospedale nazionale, forse in seguito ai tiri della Guardia Presidenziale per scoraggiare quanti stavano dimostrando attorno alla casa del Presidente Bazoum. Le strade sono meno trafficate del solito anche perché è in atto un temporale sulla città, dopo la ‘solita’ tempesta di sabbia che ha oscurato il sole mattutino per qualche tempo.
Vedremo il seguito ma già da ora ci sono alcuni elementi, credo, da prendere in considerazione:
– Il peso ‘politico’ per ora inaggirabile nel Niger;
– lo smantellamento dei partiti politici di opposizione (voluto o subito) e la ‘migrazione’ di deputati al campo presidenziale ha ridotto lo spazio politico istituzionale;
– quanto alla società civile, è stata asservita gradualmente al ‘progetto’ presidenziale, scomparendo come entità autonoma, critica e propositiva;
– la cancellazione della classe intellettuale, comprata, venduta o messa all’asta ha comportato un vuoto di pensiero difficilmente colmabile;
– la presenza dei numerosi militari stranieri, con basi incluse, non è necessariamente amata dalla gente e dai militari.
Triste che, per operare un cambiamento politico, si debba passare dal ‘non politico’.
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