Occorre aprirsi alla novità di Cristo per trovare la pienezza della vita e rinnovare il nostro modo di vedere le cose: è quello che ha fatto anche san Francesco d’Assisi e che ha indicato ai suoi frati all’inizio della Regola non Bollata (1221): abbandonare il paradigma dell’uomo forte, sempre vittorioso, e abbracciare pienamente la volontà di Dio nella nostra umanità. Commento al Vangelo a cura di Fra Giuliano Santoro, OFM*
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 16,21-27)
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Parola del Signore
Commento al Vangelo
Questo brano del Vangelo è preceduto dalla confessione di fede di Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!» (Mt 16,16). Queste parole sono tanto essenziali quanto profondamente vere, una rivelazione del Padre, ma non mettono Pietro al riparo da possibili errori. È così anche per noi: quando pensiamo di aver capito tutto di Gesù, di essere “avanti” nel nostro cammino di fede, è la vita stessa che ci pone davanti ai nostri limiti, succede qualcosa che ci ridimensiona e ci riporta a quello che siamo: peccatori, in grado di sbagliare.
Il discepolo, preso dalla sua impulsività, grida il suo “no” pienamente umano quando Gesù annuncia la sua passione. Egli lascia dietro di sé gli altri discepoli, si mette davanti al Maestro e lo rimprovera. Pietro pensa di aver capito ormai chi sia il Messia: egli deve manifestarsi con la forza di Dio, per liberare il suo popolo, e questo non combacia con quel percorso di dolore e fragilità (ma anche di vittoria sulla morte) che il Signore sta insegnando ai suoi discepoli. Egli parla chiaramente, presenta ai discepoli la via da percorrere, ma Pietro si sente contraddetto tanto da arrivare a rimproverare il suo Rabbì. È proprio per questo che sperimenta un rimprovero così forte: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!» (Mt 16,23).
Proprio lui, autentico nella confessione di fede messianica, viene ora chiamato “Satana” da Gesù, perché ribalta il senso della missione del Figlio di Dio: trovare la via della vita vera per aprirla agli uomini. Assieme a Pietro, anche noi abbiamo bisogno di accogliere l’invito di san Paolo: «lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio» (Rm 12,2). Occorre aprirsi alla novità di Cristo per trovare la pienezza della vita e rinnovare il nostro modo di vedere le cose: è quello che ha fatto anche san Francesco d’Assisi, e che ha indicato ai suoi frati all’inizio della Regola non Bollata (1221), in cui afferma che vivere da fratelli significa «seguire l’insegnamento e le orme del Signore nostro Gesù Cristo, il quale dice… “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua”». Questo ci chiede il Signore: abbandonare il paradigma dell’uomo forte, sempre vittorioso, e abbracciare pienamente la volontà di Dio nella nostra umanità.
* Fra Giuliano Santoro ofm fa parte della Provincia “Assunzione della B. V. Maria” dei Frati Minori di Lecce, dove è Animatore provinciale per la Missione Ad Gentes. Risiede a Galatone (LE), casa di animazione vocazionale e pastorale giovanile.