Sinodo e missione

Il sesto continente del Sinodo è digitale. Le donne non sono solo comparse, ma aprono spazi inediti alla missione. Ecco come il Sinodo sta tracciando il volto futuro della Chiesa.

di Vittoria Terenzi

«Una Chiesa sinodale è una Chiesa inviata in missione». È uno dei temi al centro della riflessione del Sinodo sulla sinodalità 2023, in corso in queste settimane in Vaticano.

Molti gli argomenti su cui ci si confronta, in un clima di ascolto e condivisione. Giungono, nell’Aula Paolo VI, gli echi della guerra appena iniziata in Medio Oriente e dei tanti conflitti che attraversano il mondo.
«La missione della Chiesa è proclamare il Vangelo, a partire dal kerygma», sottolinea il cardinale Hollerich, relatore generale dell’assemblea in apertura dell’ottava Congregazione generale. «Appartengono alla missione della Chiesa l’impegno per l’ecologia integrale, la lotta per la giustizia e la pace, l’opzione preferenziale per i poveri e le periferie, la disponibilità a essere aperti all’incontro con tutti».

In una società che spesso mette ai margini le persone più fragili, che sembra dimenticare i diritti fondamentali di ogni uomo e ogni donna, tutti sono corresponsabili nella missione, ognuno è chiamato. In che modo, allora, condividere doni e compiti a servizio del Vangelo? Come camminare insieme?

È importante riconoscere e valorizzare i doni di tutti, perché l’annuncio del Vangelo raggiunga ogni luogo e ogni ambiente di vita. Tra i nuovi ambiti della missione, c’è il «continente digitale». Esso non è soltanto uno strumento di evangelizzazione, ma è un nuovo territorio di missione, «perché trasforma il nostro modo di vivere, di percepire la realtà, di vivere le relazioni», ribadisce il cardinale Hollerich chiedendo ai presenti: «Siamo disponibili e preparati a navigare verso questo nuovo continente?».

Nei nuovi contesti della missione, è importante lasciarsi guidare dai più giovani, che abitano il continente digitale. Questa considerazione si estende, poi, ad altri aspetti della missione della Chiesa, perché tutti i battezzati hanno un contributo insostituibile da dare.

Si riflette anche sul contributo delle donne alla missione della Chiesa. Madre Maria Ignazia Angelini, Monaca Benedettina del Monastero di Viboldone che sta accompagnando la riflessione spirituale del Sinodo, evidenzia come esse siano un «elemento dinamico della missione, come presenza che – in passaggi critici, di rottura, spiazzanti – intuisce il movimento della vita, intesse relazioni nuove, improbabili, pazientemente porta e scioglie conflitti». Comprendere e promuovere la missione della donna all’interno della comunità ecclesiale, dunque, «non è questione di diritti ma di doni ricevuti». Una chiesa sinodale «in uscita» incontra subito la presenza delle donne che aprono spazi inediti alla missione.
Gesù, nel suo modo di rapportarsi alle donne, crea uno stile nuovo: affida a una donna il primo annuncio della Risurrezione, «la prima comunità cristiana, col collegio degli apostoli ha al centro Maria, la Madre».

In che modo, dunque, – conclude Madre Angelini – la Chiesa in uscita può attualizzare lo stile di Gesù «in un contesto culturale, antropologico e sociale radicalmente mutato» e «in una cultura globale che sembra smarrire i suoi contorni»?

Foto: Un momento della sessione del Sinodo dei Vescovi nell’Aula Paolo VI, Città del Vaticano, 6 ottobre 2023. ANSA/MEDIA VATICANI

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