Terza domenica di Avvento. Ora è tempo di gioia

Questa domenica è detta Gaudete, cioè “rallegratevi”, perché lo sforzo di questa ricerca di Gesù non è un esercizio fine a sé stesso, è piuttosto un cammino che porta alla gioia, nella novità sempre stupefacente di un Dio che viene “a fasciare le piaghe dei cuori spezzati”. Meditazione sul Vangelo a cura di suor Stefania Raspo, missionaria della Consolata.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,6-8.19-28)

Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Commento al Vangelo

Ti è mai capitato di avere un appuntamento con una persona sconosciuta, con la quale ti sei sentito solo per telefono, o per messaggio? Magari il luogo dell’incontro è un po’ affollato, come può essere una stazione del treno, o una piazza molto frequentata. E mentre aspetti, vedi passare gente, scruti i volti di ciascuno, chiedendoti: “Sarà lui/lei?”. Sempre capita, almeno il 99% delle volte, che poi l’incontro avviene, ci si riconosce a vicenda, incrociando gli sguardi in ricerca, e magari approcciandosi con un timido: “Scusa, sei …. ?” Allora l’attesa si scioglie in un sorriso e una stretta di mano, e se le cose vanno avanti bene, quella persona diventa amico/a, ed entra a far parte della tua vita.

Le letture di questa penultima domenica di Avvento traducono questa esperienza della vita per l’incontro con il Signore Gesù. Noi lo conosciamo. Ma lo conosciamo veramente? O meglio: lo riconosciamo nella nostra vita? E per grazia di Dio la Parola ci presenta e ripresenta Dio, che è infinita novità e fonte di meraviglia, sempre. Ma c’è l’altro lato della moneta: io attendo? L’Avvento è un tempo di attesa del Signore che viene. Ma che Signore sto attendendo?

È un buon esercizio, quindi, immedesimarsi in quegli uomini che ci avvicinano a Giovanni il Battista, chiedendogli: “Chi sei?”. Erano in cerca del Messia promesso, e chiedono a Giovanni se è lui l’atteso salvatore. Giovanni dice di non essere lui, in qualche modo frustra le loro attese, o magari conferma i loro dubbi e riserve su quel personaggio particolare.

Giovanni dice di essere “voce”. Una voce si ascolta nitida e chiara in ogni sua parola e inflessione del tono quando c’è silenzio. Nel rumore alle volte nemmeno percepiamo una voce che parla, forse se “grida” come dice Giovanni, possiamo essere attratti per un istante. Ma è nel deserto che qualsiasi voce grida senza alzare la voce, perché arriva diritta all’orecchio e al cuore. La voce di Giovanni grida: “Rendete dritta la via del Signore”. Togliete le curve delle distrazioni che vi portano di qua e di là. Con-centratevi, ovvero: puntate al centro della vostra vita e rimanete con questo centro, che è Gesù, il Signore e Salvatore.

Questo è il cammino che ci propone l’Avvento, da ormai due settimane. Questa domenica è detta Gaudete, cioè: rallegratevi, perché lo sforzo di questa concentrazione, di questa ricerca di Gesù, non è un esercizio asettico, o fine a sé stesso, è piuttosto un cammino che porta alla gioia, nella novità sempre stupefacente di un Dio che viene “a fasciare le piaghe dei cuori spezzati”, come ci ricorda il Profeta Isaia nella prima lettura. Un Dio la cui volontà non è un potere irrazionale o capriccioso, ma che consiste nell’essere lieti, felici, sempre in comunione con lui nella preghiera, sempre nella riconoscenza del cuore, e non nella lamentela cronica (così dice San Paolo nella seconda lettura).

L’attesa del Messia faccia nascere in noi il Magnificat, il canto di Maria, che è un vedere la storia (mia e di tutto il mondo) con gli occhi di Dio, che sono colmi di misericordia e di amore verso le sue amate creature.

Dalle letture di oggi, e in particolare dal Vangelo, cogliamo alcuni passi concreti per attendere bene e per incontrare la novità di Gesù nella nostra vita:

  • Siamo nella novena di Natale: dedico un tempo, anche solo pochi minuti al giorno, per fare silenzio, per andare nel deserto del mio cuore.
  • In questo silenzio, faccio risuonare le parole della prima lettura (Isaia 61,1-2 e 10-11) come una rivelazione del Signore nella mia vita. Le ripeto, soprattutto quelle che più mi toccano, ripetendole più volte. Mi lascio consolare.
  • Posso canticchiare un canto del Magnificat (quello che mi piace di più) mentre cammino per strada o sono sui mezzi di trasporto, oppure lo ascolto nel cellulare. Se non ne conosco, li cerco in YouTube o Spotify. Ce ne sono tantissimi, e molto belli!
Suor-Stefania-Raspo

Sr. Stefania Raspo, mc
Missionaria della Consolata

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sostieni TerraeMissione.it:
Per dare voce alle periferie abbiamo bisogno di te!

Di notizie ce ne sono tante. Spesso quelle che più ci stanno a cuore non riescono a trovare spazio sulle prime pagine dei giornali. Sostenere terraemissione.it significa permetterci di continuare il nostro impegno per un’informazione libera e indipendente, al fianco degli ultimi e al servizio del Vangelo.

SOSTIENICI
Vuoi tenerti aggiornato sulle ultime notizie?
Iscriviti alla Newsletter di Terra e Missione

Lascia un commento