Nell’udienza concessa giovedì 23 maggio 2024 al cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del Decreto che attesta un miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giuseppe Allamano, fondatore dei missionari e delle missionarie della Consolata.
di Padre Jaime C. Patias, IMC, Comunicazione Generale.
Giuseppe Allamano e Carlo Acutis saranno santi. Al fondatore delle Missioni della Consolata, morto a Torino nel 1926, e al giovane morto a Monza all’età di 15 anni e già beatificato nell’ottobre del 2020, sono stati infatti riconosciuti dei miracoli e promulgati i decreti necessari presso il prefetto per le Cause dei Santi. Il Papa nello stesso tempo ha deciso di convocare un Concistoro per stabilire la canonizzazione dei due beati, ma anche di Marie-Léonie Paradis ed Elena Guerra.
La missione: il sogno dell’Allamano
Il miracolo che porterà alla canonizzazione il Beato Giuseppe Allamano, è successo in Brasile, nello stato di Roraima, in piena foresta amazzonica, una delle frontiere della missione, dove dal 1948 i missionari e le missionarie della Consolata lavorano con la gente e annunciano il Vangelo, realizzando il sogno dell’Allamano, che dalla Consolata li aveva inviati nel mondo intero.
“Prima santi, poi missionari”. (TGR Torino)
Nato a Castelnuovo Don Bosco (Italia) il 21 gennaio 1851, Allamano muore a Torino (Italia) il 16 febbraio 1926. Da ragazzino Giuseppe è cresciuto fra i salesiani, a 22 anni è sacerdote coltiva il sogno di partire in missione, ma la salute cagionevole non glielo permette. Alla età di 29 anni lo mandano a dirigere il più grande Santuario mariano di Torino dedicato alla Madonna Consolata che riporta agli splendori di un tempo. Il fuoco per la missione, ancora vivo nel suo cuore, l’Allamano lo trasmette a giovani preti che dovutamente formati alla scuola del loro Rettore si preparano a salpare per le terre lontane.
Ai piedi della Consolata, in questo modo, l’Allamano getta le basi per una grande opera, l’Istituto Missioni Consolata (IMC), che fonda nel 1901 e su richiesta di Pio X ne costituisce anche un ramo femminile con le Suore Missionarie della Consolata (MC) nel 1910.
Il miracolo dell’indigeno Sorino Yanomami
Il miracolo attribuita alla intercessione dell’Allamano riguarda la guarigione miracolosa dell’indigeno Sorino Yanomami, popolo della foresta amazzonica nello Stato di Roraima, nord del Brasile, che il 7 febbraio 1996 fu aggredito da un giaguaro causandogli la frattura e la conseguente apertura della scatola cranica. Sorino rimane in questa gravissima condizione per otto ore senza cure adeguate, finché un piccolo aereo bimotore riesce a trasportarlo all’ospedale di Boa Vista, la capitale dello Stato.
La scena per i medici è terrificante, l’indigeno viene operato di urgenza e poi ricoverato in terapia intensiva. Accanto a lui, oltre alla moglie, ci sono sei suore della Consolata, un sacerdote e un fratello missionario sempre della Consolata. Tutti invocarono il Beato Allamano e mettono una sua reliquia sotto il cuscino del letto di Sorino. Proprio in quel giorno iniziava la novena del Beato che le suore hanno pregato per chiedere al Beato Fondatore la guarigione di Sorino che si risveglia dieci giorni dopo l’intervento senza mostrare nessuna conseguenza di carattere neurologico. Il 4 marzo venne trasferito presso una casa di cura e il giorno 8 maggio sarà in grado di rientrare al suo villaggio completamente guarito, riprendendo la sua vita di un abitante della foresta e a tutt’oggi non ci sono conseguenze delle gravi lesioni subite 28 anni prima.
Messaggio dei Superiori Generali IMC-MC
Subito dopo la notizia, il Superiore Generale dell’IMC, padre James Lengarin, e la Superiora Generale delle MC, madre Lucia Bortolomasi, hanno inviato un messaggio a tutti i missionari, le missionarie, i laici e i gruppi di amici della Famiglia Consolata, comunicando con gioia che “è arrivato il giorno tanto atteso, che i nostri cuori aspettavano da tempo: PADRE FONDATORE SARÀ CANONIZZATO DA PAPA FRANCESCO!”
Continuano affermando che “L’iter per il riconoscimento del miracolo in favore di Sorino Yanomami è ormai concluso: manca solo la comunicazione della data di questo evento così luminoso per la nostra Famiglia Consolata!”. “Il Beato Giuseppe Allamano, nostro Padre Fondatore, – prosegue il messaggio – Colui che ci ha dato lo spirito consolatino, è sempre stato una luce per noi. Al termine della vita scrisse con convinzione: «mi consola che cercai sempre di fare la volontà di Dio» (Lettera ai Missionari e Missionarie, 1° ottobre 1923).
Ecco il suo cammino di santità! E a noi, suoi figli e figlie, indica che il primo fine dei nostri Istituti è la santificazione dei suoi membri, santità che si allarga per abbracciare e illuminare anche il cammino dei laici. L’insistenza del Fondatore per noi suoi figli e figlie è diventata uno stile di vita: “prima santi e poi missionari».
“Ora anche la Chiesa universale lo riconosce come santo, questa luce si diffonde in tutti i luoghi, e diventa sempre più un faro per noi, sulle strade della missione. Ringraziamo il Signore per questo dono per noi e per la Chiesa! Questo tempo benedetto sia un’occasione per sentirlo sempre più PADRE e godere della sua presenza viva in mezzo a noi”, conclude il Messaggio firmato della Superiora e il Superiore Generali.
Leggi qui il testo integrale del Messaggio
Annuncio storico del Superiore Generale, padre James Lengarin (Video Comunicazione Regione Colombia)
Messaggio dall’Arcivescovo di Torino
“Diocesi in festa insieme ai Missionari della Consolata”. È lo spirito del messaggio inviato «alla Chiesa che è in Torino e alla città» dall’arcivescovo, mons. Roberto Repole, non appena la notizia è arrivata dalla Santa Sede.
«La missione partì dall’amato Santuario della Consolata e oggi è diffusa in tutto il mondo, dove i Missionari e le Missionarie della Consolata continuano a testimoniare la fede in Gesù, spesso in condizioni di grande povertà materiale e spirituale. È l’impegno missionario di tutta la Chiesa, anche di quella torinese che sull’esempio dell’Allamano e dei “santi sociali” che illuminarono la città nell’Ottocento e nel Novecento si sente chiamata a portare il Vangelo nella vita di tutti gli uomini e tutte le donne, qui ed oggi», afferma l’arcivescovo.
“In queste ore ci uniamo alla festa dei Missionari e delle Missionarie della Consolata e rivolgiamo un pensiero riconoscente al Papa. Ha inizio il percorso verso la canonizzazione di Giuseppe Allamano, che presto avremo la gioia di vivere insieme», conclude mons. Roberto Repole.
Una “santa coincidenza” ha voluto che Papa Francesco autorizzasse la promulgazione del Decreto che attesta un miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giuseppe Allamano, proprio nello stesso giorno, il 23 maggio 2015, in cui, una sua figlia, suor Irene Stefani, è stata proclamata beata insieme all’Arcivescovo Oscar Romero, icone di “santità” nella missione di consolazione, di giustizia e di pace.
* Padre Jaime C. Patias, IMC, Comunicazione Generale.
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