«Ascolta (Shemà), Israele». Quanto è importante saper ascoltare, lasciare aperto il cuore perché l’altro possa entrare! Ascoltare per riconoscere: si ascolta la voce del Pastore quando chiama per nome, quando si rivela nella storia di ciascuno trasformandola in una storia de Salvezza per sé e per gli altri. Si ascolta il grido di fratelli e sorelle per poterli soccorrere ed essere presenza concreta dell’amore di Dio che si riceve e si dona, manifestando il nostro farci “prossimo”.
Commento al Vangelo a cura di Sr. Rosanna Marchetti, Missionaria dell’Immacolata – Pime in Amazzonia.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,28-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Commento al Vangelo
Ancora una volta un incontro che rivela chi è Gesù e chi dovremmo essere noi, suoi discepoli, e soprattutto quale deve essere la nostra priorità, ciò dovrebbe illuminare le nostre scelte quotidiane. Uno scriba, uomo dotto del tempo, si avvicina a Gesù con una domanda. È un uomo che conosce la Legge e le Scritture ma ha un dubbio: ricerca ciò che è importante, si chiede quale la priorità.
La risposta di Gesù è interessante: comincia col ricordare un verbo importantissimo per tutta la storia del popolo di Israele. Ascolta Israele!
Quanto è importante saper ascoltare, lasciare aperto il cuore perché l’altro possa entrare! Ascoltare e obbedire sono passi essenziali nel cammino di sequela che siamo chiamati a percorrere. Ascoltare per riconoscere: si ascolta la voce del Pastore quando chiama per nome, quando si rivela nella storia di ciascuno trasformandola in una storia de Salvezza per sé e per gli altri. Si ascolta il grido di fratelli e sorelle per poterli soccorrere ed essere presenza concreta dell’amore di Dio che si riceve e si dona, manifestando il nostro farci “prossimo”. L’ascolto richiede attenzione, esige capacità di uscire da sé, dai propri schemi e dai preconcetti che ci portiamo dentro, per accogliere e comprendere a fondo la richiesta dell’altro.
Il testo continua riferendosi al primo dei comandamenti. Questo testo, presente nel libro del Deuteronomio (Dt 6, 4-5), ci ricorda un cammino di Alleanza con Dio vissuto dal popolo di Israele e che è riproposto a noi oggi. Amare Dio con tutto noi stessi: cuore, mente e forza senza lasciare brecce perché entrino altri “amori e passioni” che ci distanzino da Lui. Amare il prossimo come noi stessi.
Mi chiedo: feriremmo la nostra propria carne? Se siamo malati non cercheremmo una cura e una soluzione per guarire? Se fossimo in guerra non lotteremmo per conquistare la pace? Se avessimo un problema vorremmo che qualcuno ci ascoltasse per trovare un cammino da percorrere, una soluzione possibile. Ciò che faremmo per noi dovremmo desiderarlo per altri. Le situazioni di guerra nel mondo dovrebbero intensificare la nostra preghiera per la pace. La sofferenza, la solitudine di anziani e persone in situazione di fragilità, le situazioni di fame e di non rispetto dei diritti fondamentali della persona umana dovrebbe lasciarci inquieti perché la vediamo un nostro fratello che soffre.
Amare Dio e amare il “prossimo” sono due dimensioni di uno stesso amore che ha le caratteristiche della gratuità. Un amore disinteressato, come quello del Figlio che, quando eravamo ancora peccatori, ha dato la vita per noi. Un amore che ci pone dentro l’urgenza di annunciare al mondo l’amore di Cristo che ci rende felici ed è la ragione della nostra forza e della nostra Speranza, un amore che ci lascia inquieti e preoccupati nel vedere tanti fratelli e sorelle che soffrono per la violenza, la mancanza di pace, la non accoglienza di chi discrimina e esclude. Un Amore così grande che vince la cultura dell’indifferenza!
L’amore a Dio e al prossimo ci apre il cuore e gli orizzonti, ci fa comprendere che non possiamo essere felici da soli, c’è sempre un Altro che ci dona forza e ci apre le braccia per accoglierci. C’è sempre un altro, accanto a noi o in qualche parte del mondo, a cui possiamo tendere la mano perché non si senta solo.