La «Buona notizia» è troppo bella per tenerla per noi. Siamo chiamati a testimoniare il Vangelo in “Parole e opere”. Ogni mese, questa rubrica offre una parola con cui approfondire e gustare il nostro rapporto con Dio e propone un impegno concreto per vivere in pienezza la nostra missione.
La Parola missionaria del mese di gennaio è: Pace
a cura di sr. Rosanna Marchetti, missionaria dell’Immacolata – Pime
Non si può suggerire un’altra parola in questo giorno in cui si celebra la Solennità di Santa Maria, madre di Dio. Pace: un dono e una conquista così difficile. Per essere “Costruttori di Pace” è necessaria l’umiltà del Bambino nella culla di Betlemme, che pur essendo Dio è disposto a perdere tutto per farsi uno di noi. È necessaria l’umiltà e la disponibilità di Maria che sa rinunciare ai propri progetti per accogliere il piano di Dio che richiede una grande fede e apertura allo Spirito Santo.
La Pace è dono che viene dall’alto. “Gloria a Dio e pace in terra agli uomini che Dio ama”: il canto degli angeli che, apparsi tra i pastori, annunciano la nascita del Messia tanto sperato, il principe della pace. Il Re della Pace viene in mezzo a noi per riconciliare il mondo a sé e ricondurlo al Padre. Pace e riconciliazione sono due parole collegate tra di loro: un cuore in pace è il cuore di una persona che si sente amata e riconciliata con se stessa, con il prossimo e con Dio. In questo anno giubilare è una grazia che ci è offerta. Riconciliarci con Dio e con i fratelli rende possibile vivere in pace, superando l’orgoglio che impedisce di fare un passo verso l’altro, la sete di potere e dominazione che è l’origine di piccole e grandi guerre. Per vivere in pace è necessario saper accogliere, senza farsi troppe domande, superando i preconcetti e aprendo il cuore alla Grazia di Dio che sempre bussa alla nostra porta. Troviamo in questo anno santo che ci invia ad essere “Pellegrini di Speranza” il coraggio di varcare la “porta” che è Cristo e ricevere il dono della riconciliazione che ci permette di fare esperienza di pace interiore.
Esiste però anche una falsa pace, fatta di convenienze e di riti vuoti che nascono da un cuore gretto e sempre alla ricerca di qualcosa per sé, incapace di vivere la gratuita. A volte questa falsa pace, fatta di apparenza, regna nelle nostre case, nelle nostre famiglie. Non c’è una guerra dichiarata ma lunghi silenzi, sorrisi falsi, parole misurate che nascondono tanta rabbia e rancore, bugie che rivelano la paura di condividere e riconoscersi capaci di ricominciare. È una pace che non si sostiene, non dura lungo tempo, è una guerra camuffata. Che si possa avere la forza di riconoscere la vera pace dalla falsa, di abbia il coraggio, con la grazia di Dio, di dare il primo passo per ricostruire la vera Pace a partire dalle proprie “macerie”!
Che il dono della Pace possa essere offerto a tutti e si possano incontrare cammini di pace dove esistono guerre e conflitti nei quali le vittime sono persone innocenti che pagano con la vita. Possiamo in questo anno che inizia assumere l’impegno di essere persone che seminano pace e speranza con i nostri gesti, le nostre parole e la nostra testimonianza di vita.