Tentato come noi. Commento al Vangelo della prima domenica di Quaresima

Anche Gesù è stato tentato. Leggere questo testo ce lo fa sentire fratello in tutte le nostre lotte, di cui spesso ci vergogniamo come se non dovessero più esistere. È proprio quando le consideriamo superate che esse riemergono con più forza. Restiamo fragili di fronte al piacere personale, ai beni, al potere, al prestigio: fragili barchette che hanno bisogno ogni giorno del soffio disincagliatore dello Spirito.

Meditazione sul Vangelo di domenica 9 marzo a cura di Teresina Caffi*, missionaria Saveriana e biblista.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,1-13)

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Anche lui tentato. Commento al Vangelo

Forse è stata la fonte comune di Luca e di Matteo ad aver così sviluppato lo scarno racconto delle tentazioni in Marco. Non possiamo che esserle riconoscenti, perché dandoci il dettaglio delle tentazioni ci dà un dettaglio anche della nostra permanente umanità, aiutandoci a cogliere quali sono gli impulsi che ci possono condurre a scelte che non sono quelle di Dio, ma del suo avversario, che non costruiscono ma distruggono il mondo.

Se mai ci fossero dubbi sui loro effetti, basterebbe considerare la situazione attuale dell’umanità: il sogno di una mondializzazione di fraternità, appena abbozzato, si è infranto come gli imperialismi vecchi e nuovi e oggi trionfa la mentalità dell’uno più dell’altro, dell’uno contro l’altro. I discorsi sulla cura del mondo vengono sempre più accantonati in nome della crescita del PIL e anzi l’aria viene continuamente ammorbata da esplosioni e bombe di ogni tipo, incendi di qualsiasi cosa.

L’Africa che portava in sé la tradizione del “con” invece che del “più” o del “contro”, è stata inquinata da tempo dal virus delle guerre e del potere a ogni costo, dell’accumulo anziché della condivisione. Occorre spalancare bene gli occhi e il cuore per cercare dove sopravvivono, per fortuna tenaci, brandelli del mondo incarnato e reso possibile dall’Uomo nuovo Gesù, che ha aperto un varco nel cielo grigio di esistenze autoreferenziali per vivere una “vita per”: per il Padre e per l’umanità.

Tutto si è giocato anche per lui in una lotta che gli evangelisti condensano all’inizio del suo ministero pubblico, e che certo trovò in quel momento iniziale un atto decisivo, ma che, come per tutti gli umani, si è distribuita lungo tutta la sua breve esistenza pubblica. Sappiamo noi stessi che le promesse altisonanti di fedeltà di un giorno passano poi per la prova della quotidianità.

Dunque anche Gesù è stato tentato. È una delle pagine più scandalose del Vangelo: dunque ha avvertito il fascino del male, di una vita contro suo Padre, il fascino di nutrire anzitutto sé stesso e di tenere anzitutto alle cose che si vedono e toccano; il fascino di dominare ed essere al di sopra; il fascino di essere qualcuno agli occhi del mondo. Quante cose sono state sacrificate lungo i secoli a questa fame profonda!

A volte persino dietro un’apparenza di bene. Il demonio sa che è questa la musica con cui fa danzare da secoli gli esseri umani, mentre calpestano i vinti e si calpestano tra loro in un insaziato desiderio di essere i primi.

Gesù si prepara alla lotta non con un sovrappiù di cibo, ma col digiuno; non con parole forbite, ma con la parola di suo Padre, sapendo che in questo mondo anche la Parola può essere manipolata per condurre al male, come fa il demonio citando lui stesso la Scrittura. Ma Gesù non ci casca, perché non è un adoratore della Parola, ma del Padre oltre la Parola.

Leggere questo testo ce lo fa sentire fratello in tutte le nostre lotte, di cui spesso ci vergogniamo come se non dovessero più esistere. È proprio quando le consideriamo superate che esse riemergono con più forza. Restiamo fragili di fronte al piacere personale, ai beni, al potere, al prestigio: fragili barchette che hanno bisogno ogni giorno del soffio disincagliatore dello Spirito. Per questo pregare diventa fondamentale.

suor Teresina Caffi, missionaria di Maria - Saveriana

* Missionaria saveriana, Teresina Caffi è nata nel 1950 a Pradalunga (BG), entra ventunenne fra le missionarie di Maria – Saveriane, a Parma. Licenziata alla Gregoriana in teologia biblica, ha svolto la sua missione prima in Burundi e poi nella Repubblica Democratica del Congo, dove si reca sei mesi l’anno per corsi.

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