Il Vangelo di Luca è il Vangelo della Misericordia, e il tema di questa domenica, attraverso la parabola del fico sterile, ne mette in evidenza proprio questo aspetto: Dio, con la sua pazienza, ci offre una nuova opportunità nel tempo per convertirci e portare frutto. Frutti che nascono da una rinnovata relazione con Cristo, fatta di maggiore intimità. Frutti di fraternità e di amore, capaci di superare le barriere dell’egoismo e dell’autosufficienza. È grazie alla pazienza del Padre e al dono della vita di Gesù sulla Croce che, poco alla volta, questi buoni frutti possono crescere in noi.
Commento al Vangelo a cura di Sr. Rosanna Marchetti, Missionaria dell’Immacolata – Pime in Amazzonia.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,1-9)
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
La parabola del fico sterile. Commento al Vangelo
Il Vangelo di Luca è il Vangelo della Misericordia, e il tema è di questa domenica pone in risalto questo atteggiamento: c’è una nuova opportunità data nel tempo e dalla pazienza di Dio. Nella parabola, c’è l’invito alla conversione e alla liberazione, che esige tempo.
Il testo di Lc 13, 1-9 inizia parlandoci di due momenti tragici: alcuni galilei che Pilato aveva fatto uccidere e 18 persone che erano morte per il cedimento della torre di Siloe. Gesù pone una domanda: pensate che coloro che sono morti sono più colpevoli di altri che abitano Gerusalemme? C’è alla base di questa domanda una messa in discussione dell’immagine di Dio che circolava all’epoca: un Dio che condanna e vuole la morte del peccatore. Non è questo però il Padre che Gesù conosce. Per il peccatore che si converte c’è possibilità di vita.
Inizia così a raccontare la parabola del fico sterile, che ci aiuta a riflettere. Il padrone del terreno era passato molte volte alla ricerca dei frutti e non ne aveva mai trovati. Arriva a decretare che il fico sia tagliato. Ed ecco l’immagine bella e rassicurante del vignaiolo, colui che si prende cura della Vigna e delle altre piante presenti nel terreno, quando dice: “Aspetta ancora un anno!”
Nel tempo ci è oggi offerta una nuova opportunità: convertirci per portare frutto. Questo è il Dio di Abramo e di Isacco. Un Dio ricco di amore e di misericordia, che non desiste dall’umanità fragile e limitata. Un Dio che offre sempre un nuovo tempo che porti alla conversione che produce frutti. Frutti di un nuova relazione con Cristo, di una maggiore intimità. Frutti di fraternità e amore che supera le barriere dell’egoismo e dell’auto-sufficienza. La pazienza del Padre e la vita di Gesù offerta sulla Croce permetteranno pian piano la crescita in noi questi buoni frutti.
La vera conversione è grazia ma è anche conquista. È frutto di sacrificio, di un continuo mettersi in gioco per coltivare un’amicizia e una intimità con Lui, di un cammino che esige tempo e perseveranza. Il frutto viene perché la terra è lavorata, concimata, bagnata dal sudore di un continuo lavorio interiore, che apre spazio alla Grazia di Dio che opera in noi.
Il Signore è al nostro fianco, il cammino di libertà interiore è avvolto e accompagnato dal suo Amore paziente e misericordioso che vede le nostre infertilità e ci offre tempo per il cambiamento. Non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva.
È un amore che non perde mai la speranza del nostro ritorno, ci permette di fare esperienza di una libertà vera e profonda che nasce in noi, piano piano, e ci apre ai fratelli e sorelle che incontriamo. È l’esperienza di amore di un padre che sempre aspetta il figlio sulla porta e di una madre che solo desidera accoglierlo e abbracciarlo.
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