di Anna Moccia
Ognuno di noi è chiamato a essere protagonista e missionario, a non rimanere ancorato a tempi di buio e difficoltà ma a mettersi piuttosto in cammino, per andare incontro agli altri. Come affermava santa Teresa di Calcutta: “È nelle favelas, nei cantegriles, nelle villas miseria, che si deve andare a cercare e servire Cristo. Dobbiamo andare da loro come il sacerdote si reca all’altare, con gioia”. Ma la missione significa anche alzare lo sguardo lungo il cammino, nei luoghi che abitiamo quotidianamente, aprendo lo spazio alla compassione e non all’indifferenza.
Da diversi anni, il 24 marzo, anniversario dell’uccisione di San Oscar Romero (24 marzo 1980), Vescovo di San Salvador, la Chiesa è chiamata a fare memoria dei “missionari martiri”. È una memoria viva e concreta di uomini e donne che, per fede, hanno avuto “il coraggio di osare nella gratuità” e si sono spesi fino in fondo per portare il Vangelo là dove c’è sete di giustizia e dignità.
Lo slogan scelto da Missio Giovani per quest’anno è “Andate e invitate”, ispirato al Vangelo di Matteo e filo conduttore dell’Ottobre missionario. Due verbi che non indicano solo un movimento fisico, ma uno stile di vita: “La missione è un andare instancabile verso tutta l’umanità per invitarla all’incontro e alla comunione con Dio. Instancabile! Dio, grande nell’amore e ricco di misericordia, è sempre in uscita verso ogni uomo per chiamarlo alla felicità del suo Regno, malgrado l’indifferenza o il rifiuto.” (Messaggio del Santo Padre Francesco per la XCVIII Giornata Missionaria Mondiale 2024).
Anche l’immagine scelta per il manifesto della Giornata esprime profondamente questo spirito. Scattata da padre Dario Dozio in un villaggio della Costa d’Avorio, ritrae un momento dell’offertorio durante la celebrazione eucaristica. Sul suolo, gli elementi essenziali della vita quotidiana vengono presentati come dono: ciò che per molti è poco, diventa molto se offerto con amore. Così è la missione: un’offerta semplice e radicale, che restituisce dignità e speranza.

Secondo il rapporto annuale dell’Agenzia Fides, nel 2024 sono stati uccisi 13 missionari cattolici, di cui 8 sacerdoti e 5 laici. Cifre che non sono solo numeri, ma storie di vite donate fino all’estremo, in contesti segnati da povertà, conflitti, ingiustizie.
Nel sacrificio di Oscar Romero e di tanti altri testimoni del Vangelo, ogni comunità cristiana è chiamata a ritrovare il senso profondo della propria fede: una fede che non si rifugia nella sicurezza, ma si espone, si compromette, si fa servizio. Una memoria viva, che ci incoraggia a continuare il cammino con maggiore fiducia, responsabilità e solidarietà.
Crediti foto: Alison McKellar