Un invito a impegnarsi con Cristo, “presente in tutti coloro che soffrono la fame”, in occasione della Quaresima 2023. Editoriale di Elena Conforto, mmx
Con il mercoledì delle Ceneri si apre in Brasile la Campagna della Fraternità 2023. Essa ha per tema “Fraternità e fame” e come motto “Date loro voi stessi da mangiare” (Mt 14,16). Questa è la terza edizione della campagna, che affronta il tema della fame: la prima è stata nel 1975, con il tema “Fraternità è condivisione” e il motto “Spezza il pane”; la seconda è stata nel 1985, con il motto “Pane per chi ha fame”, anticipando la preparazione al Congresso eucaristico di Aparecida do Norte.
Di fronte al peggioramento della sicurezza alimentare e nutrizionale in Brasile, il tema è stato scelto poco dopo il 18° Congresso Eucaristico Nazionale, che si è tenuto a Recife, dall’11 al 15 novembre 2022, sul tema “Pane su tutte le tavole”.
Infatti, il Brasile, pur essendo una potenza agroalimentare (pensate che è il quarto produttore al mondo di cereali), ritorna, dopo otto anni, nella Mappa della Fame dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Secondo l’ONU, un Paese è carente di cibo quando una media superiore al 2,5 % della popolazione affronta la mancanza cronica di cibo. In Brasile il tasso stimato è del 4,1 %.
Secondo una recente ricerca condotta dalla FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, più di 61 milioni di brasiliani vivono in una condizione di insicurezza alimentare, di questi 15,4 milioni combattono una insicurezza alimentare grave. La pandemia da Covid-19 ha sicuramente contribuito all’aggravamento di una situazione già precaria negli ultimi anni.
Papa Francesco a sostegno della campagna ha pubblicato a inizio di questa Quaresima il suo messaggio al popolo brasiliano: “È mio grande desiderio che la riflessione […] porti non solo ad azioni concrete — senza dubbio necessarie — che vadano in modo emergenziale in aiuto dei fratelli più bisognosi, ma generi anche in tutti la consapevolezza che la condivisione dei doni che il Signore ci concede nella sua bontà non può limitarsi a un momento, a una campagna, ad alcune azioni puntuali, ma deve essere un atteggiamento costante di tutti noi, che ci impegna con Cristo presente in tutti coloro che soffrono la fame”.
Aggiunge, inoltre, che la maggiore consapevolezza deve essere accompagnata da impegno e cambiamenti strutturali al fine di sradicare la fame: “Auspico altresì che questa presa di coscienza personale risuoni nelle nostre strutture parrocchiali e diocesane, ma abbia un’eco anche negli organi di governo a livello federale, statale e municipale, come pure negli altri enti della società civile, affinché, lavorando tutti insieme, possano estirpare definitivamente dalle terre brasiliane il flagello della fame. Ricordiamoci che «coloro che soffrono la miseria non sono diversi da noi. Hanno la nostra stessa carne e il nostro stesso sangue. Meritano perciò che una mano amica li soccorra e li aiuti, in modo che nessuno venga lasciato indietro e nel mondo la fraternità abbia diritto di cittadinanza» (Messaggio per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, 18 ottobre 2018)”.
Fin dagli anni ’30, Josué de Castro (medico e sociologo brasiliano che consacrò la sua vita alla lotta contro la fame) ha sostenuto che il superamento di questo problema richiede di affrontarne le cause strutturali. La fame si combatte garantendo la terra, il lavoro, l’accesso a cibo sano ed economico, la salute e tutto ciò che può sradicare la povertà e la disuguaglianza. La fame si combatte attraverso misure capaci di contrastare il razzismo, la discriminazione di genere e tutte le forme di oppressione.
La fame si combatte costruendo politiche pubbliche efficaci, quelle politiche che dal 2016, e poi più velocemente a partire dal governo Bolsonaro, sono state disintegrate e che ora speriamo possano riprendere a essere attuate e implementate efficacemente.