La protezione speciale per i migranti non va cancellata. La vera e preoccupante conseguenza sarà un esponenziale aumento del tasso di irregolarità, se si pensa che solo nel 2022 la protezione speciale è stata riconosciuta a 10 mila persone. L’appello di Medici per i Diritti Umani
di Redazione
Medici per i Diritti Umani (MEDU) considera sciagurata la decisione del Governo di eliminare la protezione speciale. Tra le ragioni addotte per l’emanazione decreto Cutro (Ddl 591/2023) – approvato dal Governo in seguito al drammatico naufragio sulle coste della Calabria costato la vita ad oltre 90 migranti e ora all’esame del Senato – il fatto che tale tipologia di permesso di soggiorno rappresenterebbe “un’anomalia” rispetto agli altri paesi europei, nonché un pull factor di immigrazione. È invece vero che 18 Paesi Ue su 27 prevedono forme di protezione analoghe, complementari rispetto alla protezione internazionale. È inoltre fondamentale rammentare che questa forma di protezione è stata introdotta con lo stesso Decreto Salvini (Legge 32/2018) e poi modificata nel 2020 (Legge 173/2020) ampliandone i requisiti per l’ottenimento, per arginare le conseguenze disastrose dell’eliminazione della protezione umanitaria.
In seguito alle modifiche, la protezione speciale infatti esclude la possibilità di allontanamento dal territorio nazionale del cittadino straniero, quando ciò implichi una violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare. La conseguenza immediata e inevitabile dell’abolizione della protezione speciale non sembra poter essere quella di ridurre le morti in mare, dal momento che le cause delle partenze non vengono in alcun modo affrontate e le possibilità di accesso sicuro e in regola ai Paesi Ue restano residuali. La vera e preoccupante conseguenza sarà un esponenziale aumento del tasso di irregolarità, se si pensa che solo nel 2022 la protezione speciale è stata riconosciuta a 10mila persone.
Come MEDU ha modo di osservare quotidianamente attraverso le sue cliniche mobili che prestano assistenza medica in alcuni degli insediamenti e delle aree più emarginate d’Italia, la precarizzazione delle condizioni giuridiche determina l’aumento della marginalità, dei fenomeni di sfruttamento e un drastico peggioramento delle condizioni di salute psico-fisica delle persone migranti che la subiscono. Sono le stesse criticità rilevate dai progetti di salute mentale transculturale che MEDU porta avanti da quasi dieci anni dalla Sicilia, a Roma, a Firenze. I team di medici, psicologi, operatori psico-sociali e mediatori culturali di MEDU hanno assistito oltre mille persone, provenienti da più di ottanta paesi sopravvissute a torture, abusi e violenze gravissime. Tantissime di queste persone si sono viste riconoscere in questi anni un permesso di soggiorno per protezione speciale in ragione della loro altissima vulnerabilità. L’abolizione della protezione speciale porrà tante persone migranti che soffrono di forme di grave disagio psichico post-traumatico, dal PTSD alla depressione, o che sono a rischio di svilupparle, in condizioni di maggiore fragilità aggravandone la sofferenza e compromettendone la capacità di recupero con conseguenze estremamente negative anche per la società che le accoglie.
A chi giova questa scelta? Non alle persone migranti e richiedenti asilo, che continueranno a raggiungere il nostro Paese dal momento che le condizioni di instabilità politica, povertà, disuguaglianza, crisi ambientale non vengono in alcun modo affrontate. Non alla popolazione dei paesi di destino, dal momento che l’irregolarità produce illegalità ed esclusione, fenomeni questi che contribuiscono ad aumentare le tensioni e la conflittualità sociale.
Appare piuttosto il risultato di un’ennesima scelta miope di mera propaganda politica, dettata dall’incapacità o mancanza di volontà politica di individuare e affrontare in modo lungimirante e pragmatico le cause e gli effetti di un fenomeno epocale, quello delle migrazioni, destinato a caratterizzare in modo sempre più significativo la nostra epoca e i nostri spazi di convivenza.
MEDU insieme alle numerose organizzazioni che aderiscono alla mobilitazione nazionale di oggi contro la conversione in legge del Decreto Cutro, chiede al Parlamento di bocciare una norma iniqua e dannosa e al Governo un cambiamento radicale nelle scelte politiche, fino ad ora nefaste, riguardanti l’immigrazione e il diritto d’asilo.
Crediti foto: shironosov/Collezione Essentials/Getty Images