di Fr. Emad Kamel, ofm
Quella del 2020 sarà una Pasqua molto diversa. In genere, già durante la Quaresima cercavamo sempre di fare un cammino di conversione, di ritorno verso Dio e di distacco dalle cose materiali che erano nel mondo, attraverso la preghiera ma anche usando metodi come il digiuno o l’elemosina.
La Quaresima di quest’anno, per certi versi straordinaria a causa del Coronavirus, ci ha chiesto quel un salto in più perché ci ha fatto cambiare radicalmente tutte le nostre abitudini di vita e ci ha sicuramente avvicinato di più a Dio, a cui negli ultimi tempi ci stavano sempre più allontanando.
Magari pensavamo di sostituire Dio con la tecnologia, che ci sembrava potesse fare tutto e salvare tutto. E invece, abbiamo visto come in un attimo tutte le nostre certezze possono diventare vane. Abbiamo dovuto fermare tutte le attività e costatare che i ricchi non sono esonerati da questo virus, che anzi può contagiare indistintamente ricchi e poveri.
L’essenziale della vita, quello che conta veramente, in realtà è il nostro rapporto con Dio. La Pasqua potrà essere celebrata in modo gioioso, come vittoria di Cristo sulla morte, solo se noi riusciamo veramente a fare questo salto e a convertire il nostro cuore. Pensando alle chiese che in questo momento sono chiuse, mi viene in mente quel passo dell’antico testamento in cui il Signore dice: “Questo popolo si avvicina a me solo a parole e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e il culto che mi rendono è un imparaticcio di usi umani” (Is 29,13). Molte volte infatti, pur stando in chiesa, siamo abituati a pregare con le nostre labbra ma il nostro cuore e la nostra mente sono lontani da Dio.
Da Betlemme il mio augurio è che questa Pasqua possa essere per tutti noi un risveglio, una vittoria anche su tutte le abitudini sbagliate del passato. Solo se metteremo Dio e non l’uomo al primo posto, se riconosceremo le nostre imperfezioni e i nostri limiti, potremo far sì che il Signore nasca e regni ogni giorno nei nostri cuori.