Padre Maccalli consegna al Papa il libro “Catene di Libertà”

Il missionario, durante l’udienza generale, ha portato al Pontefice il libro sul rapimento subito in Niger nel 2018 per mano di fondamentalisti islamici e il sequestro di due anni nel deserto del Sahel, in Mali.

di Anna Moccia

«Nel momento in cui stavo per diventare libero, ho detto a uno dei miei carcerieri: “Che Dio ci faccia capire un giorno che siamo tutti fratelli”». Così padre Pier Luigi Maccalli, missionario della Società della Missioni Africane – SMA, ha raccontato in un’intervista rilasciata a Vatican News gli ultimi momenti del suo rapimento avvenuto nel 2018 per mano di fondamentalisti islamici in Niger.

Al Papa durante l’udienza ha portato il suo racconto — contenuto nel libro Catene di libertà — su quanto ha vissuto per due anni, tenuto in sequestro nel deserto del Sahel, in Mali», sottolineando che il libro non è un “diario di prigionia”, ma una storia di perdono, di travaglio interiore, di grande silenzio, di purificazione, di ritorno alle origini, all’essenziale e al tempo stesso di cammino: «Un processo in cui le catene dell’odio alla fine si spezzano».

Padre Maccalli, infine, ha parlato della sua esperienza di sentirsi «missionario libero anche in catene, in piena sintonia con Papa Francesco, con lo stile delle periferie». E al Pontefice ha anche presentato alcuni suoi pensieri, scritti di recente, proprio «sull’importanza della fraternità tra gli uomini, sulla pace che va perseguita in ogni modo, non alimentando ulteriore odio in questo tempo di guerra».

Foto: © Vatican Media

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