Si è spento all’età di 80 anni il Saveriano Raimondo Sommacal, missionario «capace di tessere relazioni con tutti».
di Andrés Ceballos Ramirez
“La manioca cresce là dove viene gettata” ha ricordato Paulin Batairwa nell’omelia pronunciata al funerale di padre Raimondo Sommacal, celebrato martedì 21 novembre presso il Santuario Conforti. “E padre Raimondo era proprio come la manioca, ha portato frutto lì dovunque è stato inviato”, ha continuato Batairwa. Padre Raimondo è morto a Parma all’età di 80 anni a causa di un’emorragia cerebrale che lo ha portato via in poco più di tre giorni.
Dopo aver prestato servizio a Parma nella parrocchia del Sacro Cuore, il missionario Saveriano ha speso metà della sua vita in Congo lavorando come formatore di studenti saveriani, rettore di comunità e superiore regionale.
Batairwa, suo studente durante gli anni in Congo, nell’omelia ha sottolineato che il grande zelo missionario di Raimondo si esprimeva nella vicinanza e nell’attenzione verso tutte le persone che incontrava.
“Mi ha sempre colpito il rapporto di affetto che si è instaurato tra Raimondo e mia madre” ha affermato Batairwa. “Questo non lo faceva solo con me, so che si comportava in questo modo anche con i miei compagni”.
Al rosario e al funerale di Raimondo erano presenti oltre 300 persone di ogni estrazione sociale. Alcuni di loro hanno addobbato l’altare con le bandiere dei diversi Paesi, come segno del legame tra Raimondo e le diverse comunità alle quali ha dedicato gli ultimi anni del suo ministero a Parma.
La presenza di un’assemblea così varia è stata testimonianza della capacità di questo missionario di tessere legami con persone di diversa educazione, etnia e strato sociale.
Al termine del funerale ci sono state diverse testimonianze, tra cui quella di uno studente di Raimondo, Aimé Munyawa, che ha condiviso: “Con il suo sorriso e la capacità di accogliere, padre Raimondo faceva sentire importanti tutti quelli che lo incontravano”.