Torna “Fili di speranza”, la sartoria solidale di Terra e Missione dedicata alle donne, che da Roma arriva alla missione di Ngaoundaul, in Camerun, per tessere abiti, relazioni, dignità e giustizia sociale.
Scegliere la stoffa, usare anche materiali di recupero, poi imparare a fare il disegno di un abito, sviluppare il cartamodello di una borsa, di una gonna e infine tagliare, cucire, modellare, per arrivare a confezionare abiti, accessori, e quant’altro. Torna “Fili di Speranza”, la sartoria solidale avviata da Terra e Missione per aiutare le donne in difficoltà a “ricucire” la propria vita attraverso un percorso di formazione professionale e l’offerta di uno spazio di ascolto e condivisione. Un progetto nato a Ladispoli, in provincia di Roma, che da oggi si estende anche al Camerun grazie all’accordo con la Fondazione Thouret, organismo che si ispira alla tradizione missionaria delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret e che opera in oltre 30 Paesi in 4 continenti.
Dopo il successo della prima edizione, conclusasi lo scorso luglio con una sfilata di moda eco-solidale nella casa di accoglienza romana “Chaire Gynai”, voluta da Papa Francesco e gestita dalla Fondazione Scalabriniana, è partita sabato 13 gennaio la seconda edizione del corso di cucito rivolto a donne disoccupate promosso dall’associazione Terra e Missione, in collaborazione con la Confraternita Santa Maria del Rosario, la Caritas diocesana di Porto-Santa Rufina e il Ciofs Fp Lazio. Quest’anno sono 20 le donne coinvolte, 5 religiose e 15 laiche, che alla fine del corso riceveranno, oltre alle competenze, un attestato di frequenza e un aiuto nell’accompagnamento al lavoro.
In più, da quest’anno la sartoria missionaria ha avviato il gemellaggio “Fils de l’Espérance” con la Fondazione Thouret, impegnata a Ngaoundal, in Camerun, in progetti per la promozione della donna. L’accordo permetterà di realizzare una scuola di sartoria nel villaggio con l’obiettivo di formare altre 20 giovani e insegnare loro il mestiere di sarta. Terra e Missione ha già provveduto all’acquisto di 30 macchine da cucire, con la possibilità che alla fine del corso possano essere donate alle studentesse ormai formate, per aiutarle ad avviare una piccola attività in proprio.
«L’obiettivo del percorso – spiega Anna Moccia, presidente di Terra e Missione – è certamente dare una possibilità di formazione professionale alle donne più in difficoltà ma soprattutto far loro sperimentare la gratuità, l’assenza di giudizio e l’accoglienza, cosicché possano allargare lo sguardo all’altro, a prescindere dal corso e dall’abito, e davvero fare esperienza di fraternità. L’apertura dell’edizione in Camerun e la collaborazione tra i due progetti consentirà loro anche di fare davvero un’“esperienza di missione”, che è lo stile che vogliamo promuovere con l’associazione».
Le beneficiarie dei due corsi, quello italiano e quello africano, collaboreranno insieme durante l’anno, disegneranno e tesseranno insieme alcuni modelli per realizzare la sfilata finale. Questo stimolerà anche la nascita di sinergie, relazioni e integrazione tra le due comunità, che ad agosto avranno anche la possibilità di incontrarsi di persona grazie alla possibilità di un viaggio missionario estivo a Ngaoundaul. «In Camerun – aggiunge sr. Maria Luisa Caruso, coordinatrice della Fondazione Thouret – non ci sono ancora leggi che tutelano in modo adeguato i diritti delle donne vittime di violenza, la poligamia è ampiamente tollerata, anzi vista in maniera positiva e la disparità di genere è uno dei maggiori ostacoli alla lotta contro la povertà. Il progetto che promuoviamo con Terra e Missione, Fils de l’Esperance, è rivolto a donne, figlie e madri abbandonate, per dare loro l’opportunità di alfabetizzazione, integrazione e formazione da sarta. Ogni mese vengono poi donate ad ogni studentessa 10 euro perché possa acquistare da sola il materiale necessario. Il nostro obiettivo è salvare la dignità di queste donne, farle crescere, offrire loro una possibilità di riscatto e di speranza per il loro futuro».
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