Nessuno è profeta in patria. Commento al Vangelo

L’espressione di Gesù: “Nessun profeta è bene accetto in patria”, ci rammenta quanto siamo restii ad accettare che uno del nostro ambiente, di cui crediamo di conoscere “virtù e miracoli”, diventi giudice del nostro comportamento, sia pure in nome di Dio. Come possiamo superare i nostri pregiudizi per accogliere la novità gioiosa e liberatrice di Gesù?

Meditazione a cura di Don Reginaldo Cordeiro, SDB Membro del Settore per le Missioni Salesiane.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,1-6)

In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Commento dal Vangelo Mc 6,1-6

Gli insegnamenti di Gesù nella sinagoga di Nazaret lasciano perplessi tutti coloro che hanno partecipato al servizio sinagogale. Secondo Marco, i connazionali di Gesù hanno espresso questa perplessità attraverso domande che hanno una certa attualità: “da dove viene tutto questo”? Che saggezza è questa che ti è stata data? Come vengono compiuti miracoli così grandi dalle sue mani?

La “sapienza” che Gesù ha manifestato e che tanto lo ha colpito è una “sapienza” nuova e straordinaria. Si differenzia dalla “sapienza” tradizionale, insegnata nelle scuole rabbiniche, e che è ben conosciuta attraverso la predicazione di scribi e dottori della Legge. Inoltre, non è mai stato riferito che Gesù avesse frequentato le lezioni di qualche “maestro” famoso. Pertanto, l’origine di questa “notizia” è sospetta. Dove è andato Gesù a prenderla? Inoltre, ci sono i gesti prodigiosi che Gesù ha compiuto ovunque e questo eco è arrivato a Nazaret… Non si suppone che Gesù abbia compiuto questi gesti potenti con le proprie forze. Allora chi avrebbe potuto dotarlo di tale potere?

Gli abitanti di Nazareth conoscono bene Gesù: è “il falegname”, in cui non si sono mai notati poteri speciali o qualità eccezionali. Sanno anche che Lui è il “figlio di Maria” e che i suoi fratelli e sorelle sono persone “normali”, che non si differenziano per nulla da tutti gli altri abitanti di Nazareth. Appare quindi chiaro che il ruolo assunto da Gesù e le azioni da Lui compiute sono umanamente inespiegabili.

La domanda successiva è questa: le straordinarie capacità che Gesù rivela (e che non provengono certo dalle conoscenze acquisite attraverso il contatto con maestri famosi, né dall’ambiente familiare), vengono da Dio o dal diavolo? Sullo sfondo dei pensieri degli abitanti di Nazareth c’è probabilmente l’accusa rivolta a Gesù qualche tempo prima dai maestri della Legge scesi da Gerusalemme e che affermavano: « Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni» (Mc 3,22).

La verità è che i Nazareni, fin dal primo momento, rivelano un atteggiamento negativo e un tono dispregiativo nei confronti di Gesù: non si rivolgono a Lui con il suo nome, ma usano sempre un pronome per parlare di Lui (Gesù è “questo” oppure “Lui” ); lo chiamano in modo dispregiativo “il figlio di Maria”, anche se era consuetudine che il figlio fosse chiamato con il nome del padre (alcuni vedono in questo un indizio che gli abitanti di Nazaret consideravano Gesù, per la sua condotta o per il suo stile di vita, indegno di usare il nome del padre). Tutto ciò indica un quadro di incredulità e cattiva volontà nei confronti di Gesù e della sua proposta.

Marco conclude che gli abitanti di Nazaret furono “scandalizati” da Gesù. C’è una sorta di indignazione nel paese perché Gesù, nonostante sia stato sconfessato dai maestri riconosciuti dell’ebraismo, continua a svolgere la sua attività al di fuori dell’istituzione ebraica. Egli mette in discussione la religione tradizionale quando insegna cose diverse e in modo diverso dai maestri riconosciuti. Egli, infatti, non segue tutte le cose dell’istituzione ebraica; Il suo insegnamento non può quindi venire da Dio, ma dal diavolo. I connazionali di Gesù non sono in grado di riconoscere la presenza di Dio in ciò che Gesù dice e fa.

Gesù risponde citando un proverbio molto noto ma che in parte modifica (l’originale avrebbe dovuto suonare più o meno così: «nessun profeta è rispettato nel suo paese d’origine, nessun medico opera guarigioni tra i suoi conoscenti»). In questa risposta, Gesù assume se stesso come profeta, cioè come un inviato da Dio, che agisce in nome di Dio e che ha un messaggio di Dio da offrire agli uomini. Gli insegnamenti che Gesù propone non provengono da maestri ebrei, ma da Dio stesso; la Vita che Egli offre è la Vita piena e vera che Dio vuole proporre agli uomini.

Il diffuso rifiuto della proposta che Gesù porta lo colloca nella schiera dei grandi profeti d’Israele. Il Popolo ha sempre avuto difficoltà a riconoscere il Dio che gli veniva incontro nelle parole e nei gesti profetici. Il fatto che le proposte presentate da Gesù siano state rifiutate dai capi, dalla gente della sua terra, dai suoi “fratelli e sorelle” e anche da quelli di casa sua e questo non invalida quindi la sua verità e la sua origine divina.

Perché Gesù “non poteva compiere lì alcun miracolo”? Dio offre agli uomini, attraverso Gesù, prospettive di Vita nuova ed eterna… Ma gli uomini sono liberi; Se rimangono chiusi nei loro schemi egoistici e nei loro pregiudizi e rifiutano la Vita che Dio offre loro, Gesù non può fare nulla. Marco nota, nonostante tutto, che Gesù «guarì alcuni malati imponendo loro le mani». Probabilmente, questi “malati” sono coloro che esprimono una certa apertura a Gesù ma che, comunque, non hanno il coraggio di rompere radicalmente con i meccanismi religiosi dell’ebraismo per scoprire la radicale novità del Regno che Gesù annuncia.

Marco nota anche la “sorpresa” di Gesù per la mancanza di fede dei suoi concittadini. Ci si aspettava che, di fronte alla nuova proposta di libertà e di vita piena che Gesù presenta, i suoi interlocutori rinunciassero alla schiavitù per abbracciare con entusiasmo la nuova realtà… Ma sono così comodi e sistemati che preferiscono la vita vecchia della schiavitù a quella novità liberatrice di Gesù.

Questo fatto deludente non impedisce però a Gesù di continuare a proporre a tutti gli uomini la Buona Novella del Regno. Dio offre, senza interruzione, la sua Vita; Resta all’uomo accettare o non questa offerta.

Immagine di freepik

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