Nel Vangelo di questa Domenica, Gesù fa riferimento alla Croce e invita i suoi discepoli a seguirlo: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Nelle nostre giornate, nelle relazioni e nel lavoro, nella missione e nelle solitudini, nei silenzi e nelle incomprensioni delle Sue strade, nella gioia del dono e nell’entusiasmo di riconoscerLo, il Maestro è lì, con noi per aiutarci a mettere, oggi, i nostri passi nei Suoi, per suscitare oggi, in noi, i Suoi pensieri.
Meditazione a cura di Sr Melania Gramuglia, Suore della Carità di Giovanna Antida Thouret
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 8,27-33)
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».
Commento al Vangelo
I Vangeli ci consegnano ripetutamene l’immagine di Gesù in cammino: Gesù parte, esce, si sposta, è un pellegrino del Regno che cammina lungo strade conosciute e familiari, attraversando luoghi simbolici per il popolo di Israele, ma spingendosi anche verso regioni più lontane, come Cesarea di Filippo, a nord della Galilea, zona pagana e forse inospitale, dove altre divinità erano invocate.
E “sulla via”, lungo la strada, non si realizza solo la missione di Gesù, ma anche la formazione dei discepoli: Gesù li interroga, li ammonisce, insegna e parla loro con franchezza e loro crescono al ritmo del cammino. E proprio “sulla via” arriva per i discepoli il punto di svolta nella conoscenza del Maestro. Sembra quasi che Gesù approfitti di questo momento informale e di questo luogo ordinario della loro vita itinerante per arrivare ad una questione centrale: chi sono io? Il Maestro li provoca a raccogliere le idee su quanto hanno visto, udito, intuito. E poi insiste, ripetendo la stessa domanda, ma in maniera più personale: chi sono io per voi? Pietro è pronto: portavoce di tutti, mette insieme i pezzi di quanto vissuto e riconosce l’identità di Gesù: Tu non puoi essere altro che il Cristo, colui che il popolo attende ansiosamente, bramando salvezza e liberazione. Sì, Pietro, è proprio così: Gesù è il Cristo! Eppure questa conoscenza ancora non basta!
La svolta nel riconoscimento dà inizio ad una nuova fase nella formazione dei discepoli: è tempo di continuare a camminare per comprendere ancora più profondamente chi sia il Cristo e accogliere più intimamente il modo misterioso in cui compirà l’attesa ardente del suo popolo e, in quel popolo, di tutta l’umanità. Ora, dopo il riconoscimento della vera identità del Maestro, ancora e ancora “sulla via”, i discepoli dovranno attraversare la fatica di comprendere e accogliere che il Cristo, come il servo di JHWH, non si tirerà indietro, ma andrà fino in fondo “sulla via” che porta alla croce. Ora non basterà più stare “sulla via” con Lui; ora, il discepolo dovrà camminare “dietro” a Lui: mettere i propri passi nei Suoi, seguire le Sue orme per accogliere e fare propri i pensieri di Dio. Ora, inizia il tempo più rischioso per Pietro e per tutta la comunità discepolare in cammino: è il momento in cui il riconoscimento delle labbra può essere tentato di non coinvolgere anche “piedi e pensieri”! Gesù lo sa e la Sua parola è forte: vai dietro! Non davanti, come inciampo, tentazione, manipolazione – sempre in agguato – dell’immagine di Dio, ma dietro, ad imparare dal servo sofferente la logica del Vangelo.
La scuola della strada prosegue, anche per noi, “sulla via… dietro a Lui”! Nelle nostre giornate, nelle relazioni e nel lavoro, nella missione e nelle solitudini, nei silenzi e nelle incomprensioni delle Sue strade, nella gioia del dono e nell’entusiasmo di riconoscerLo… il Maestro è lì, con noi: agisce, ci interroga e ci parla con franchezza, insegna e forse qualche volta ci rimprovera. E, in tutto questo, “sulla via”, anche noi cresciamo al ritmo del cammino. Non sempre il Maestro si serve di momenti straordinari per rivelarsi a noi come Cristo sofferente e glorioso, anzi il più delle volte, dialoga con noi nell’informalità, sulla strada, per aiutarci a mettere, oggi, i nostri passi nei Suoi, per suscitare oggi, in noi, i Suoi pensieri.
“Lì dove hai i piedi, la Parola ti parla”, così mi ha detto sr Anna Maria, Suora della Carità dell’Argentina, missionaria in Cina. Sì, lì dove hai i piedi “sulla via… dietro a Lui”, la Parola ti insegna a pensare secondo Dio, perché anche tu possa camminare sulla tua via di ogni giorno, dietro al Figlio, fino alla tua morte e risurrezione, fino alla tua Pasqua.
In questo 15 settembre, abbiamo preziosi compagni nel nostro cammino pasquale: Maria addolorata e Regina del cielo ci precede e ci accompagna e il Beato Pino Puglisi, martire della carità e della giustizia evangelica, nell’anniversario della sua uccisione, ci testimonia la bellezza e la fecondità di seguire fino in fondo i passi del Maestro!