20 ottobre 2024: canonizzazione di Giuseppe Allamano

Il fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata sarà proclamato santo domani 20 ottobre 2024, in occasione della Giornata missionaria mondiale.

I Missionari e le Missionarie della Consolata, gli istituti missionari fondati da Giuseppe Allamano, sono in festa. Dopo la beatificazione avvenuta per volere di papa Giovanni Paolo II il 7 ottobre 1990 e l’approvazione dei decreti di canonizzazione da parte di papa Francesco lo scorso 23 maggio, Giuseppe Allamano sarà proclamato santo domani 20 ottobre 2024, Giornata Missionaria Mondiale.

A ridosso di questo giorno felice per tutta la famiglia della Consolata, i Missionari e le Missionarie hanno organizzato una serie di eventi, e incontri per celebrare al meglio la figura del loro fondatore.

Dopo la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Roma, nella Sala Stampa della Santa Sede, alla presenza, tra gli altri, di madre Lucia Bortolomasi, del cardinale Leonardo Ulrich Steiner e padre James Bhola Lengarin, lunedì 21 ottobre, alle ore 16, ci sarà una celebrazione di ringraziamento presso la Basilica di San Paolo Fuori le Mura

Martedì 22 ottobre, ore 16 si terrà la conferenza Stampa “San Giuseppe Allamano e i Popoli Indigeni dell’Amazzonia” presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati in via della Missione, 4 a Roma. Interverranno il cardinale Leonardo Ulrich Steiner; Júlio Ye’kwana, Presidente dell’Associazione Wanasseduume Ye’kwana (SEDUUME); mons Roque Paloschi, Arcivescovo di Porto Velho (Rondonia); padre Corrado Dalmonego, missionario della Consolata, antropologo, esperto del Popolo Yanomami a Roraima, Brasile; Luis Ventura, Segretario esecutivo del Consiglio Indigenista Missionario (CIMI).

“Aspettavamo questa notizia dal 16 febbraio 1926, giorno della morte del nostro fondatore – spiega padre James Bhola Lengarin, Superiore Generale dei Missionari della Consolata e il fatto che la canonizzazione avvenga a seguito di un miracolo compiuto in Amazzonia, in mezzo a un popolo minacciato e una terra sfruttata, conferma il carisma della missione ad gentes lasciata in eredità da Giuseppe Allamano”.
“La canonizzazione di Giuseppe Allamano – gli fa eco madre Lucia Bortolomasi, Superiora generale delle Missionarie della Consolata – è per noi un evento di grazia che conferma la validità del cammino di santità missionaria indicato dal Fondatore e ci sprona ad abbracciare generosamente la missione oggi, a riscoprire la bellezza e attualità del nostro Carisma ad gentes, e ci unisce, come famiglia missionaria, attorno a Lui, presenza viva ancora oggi”.

Chi era Giuseppe Allamano

Il percorso di questo sacerdote nato a Castelnuovo d’Asti il 21 gennaio 1851, è tipico delle tante figure nobili di cui è costellata la storia della chiesa cattolica italiana nel periodo tra la metà del XIX secolo e l’inizio del XX come Don Giuseppe Cafasso di cui Allamano era nipote, Don Luigi Orione, Don Leonardo Murialdo, lo stesso Don Giovanni Bosco, che, peraltro, del giovane Giuseppe fu educatore. In un periodo in cui in Italia si sentiva forte la pressione sui ceti più poveri e la questione sociale rappresentava un enorme problema lungo tutto lo Stivale, Giuseppe Allamano, ordinato nel frattempo prete a 22 anni a Torino e, sette anni dopo, nominato rettore del più importante santuario mariano della città, dedicato alla “Madonna Consolata”, sente impellente la vocazione a occuparsi di chi fa fatica a vivere attorno a lui. Ma, convinto che il Vangelo e l’opera di salvezza delle genti, non potesse completarsi entro i confini italiani, Giuseppe Allamano sente profonda la chiamata verso la missione nel mondo. In questo senso può dirsi, assieme ad altre figure come il cardinale Massaia e Daniele Comboni, un precursore dei temi internazionali del Concilio Vaticano II e anticipatore di un senso missionario ad gentes fatto di interesse umano, di simpatia per i popoli, di curiosità – e apertura verso il mondo.

Per questo, il 29 gennaio 1901, quando fonda a Torino l’Istituto dei Missionari della Consolata, il bollettino del santuario, “La Consolata” – progenitore dell’odierna rivista “Missioni Consolata” – ne dà l’annuncio con un’espressione sibillina: «Il culto della Consolata non sarà soltanto contemplativo, ma attivo». Detto, fatto. L’8 maggio 1902 partono per il Kenya i primi quattro missionari, due presbiteri e due fratelli coadiutori, seguiti, alla fine dello stesso anno, da altri quattro sacerdoti e un laico. Nel 1910 Giuseppe Allamano fonda anche le Missionarie della Consolata.

Da quel momento, i missionari, le missionarie, i fratelli, i sacerdoti e i laici affiliati, raggiungeranno e si stabiliranno saldamente in quattro continenti, Africa, Asia, Europa e America.
La congregazione è presente in 35 Paesi ed è immersa nella vita e nelle difficoltà delle società che vuole servire e condivide con esse gioie e dolori. In alcune aree del mondo, vive assieme alle comunità drammi epocali, come i conflitti nella Repubblica Democratica del Congo o in Tigray, o i drammi ambientali come in America Latina. È qui che assieme ai popoli indigeni i missionari, oltre a una serie di attività pastorali e sociali, portano avanti lotte per la giustizia ambientale. Ed è sempre qui che è avvenuto il miracolo che ha portato alla proclamazione della santificazione nel maggio scorso. L’evento straordinario attribuito all’intercessione del beato Giuseppe Allamano è avvenuto proprio nella foresta amazzonica brasiliana, nello Stato di Roraima, dove Sorino, uomo dell’etnia Yanomami, fu attaccato da un giaguaro che lo ferì gravemente alla testa: era il 7 febbraio 1996, primo giorno della novena del beato Giuseppe Allamano. Trasportato all’Ospedale di Boa Vista, accudito dalle Missionarie della Consolata, che non cessavano di chiedere la sua guarigione per intercessione del padre fondatore, Sorino ha miracolosamente recuperato la salute in pochi mesi, e vive tutt’ora nella sua comunità indigena.

Giuseppe Allamano muore a Torino il 16 febbraio 1926. La sua salma ora è conservata e venerata nella Casa Madre dei Missionari della Consolata, a Torino. Ma la sua propensione missionaria e internazionale ha assunto nel tempo dimensioni sempre maggiori. Fino a condurlo alla santità.

L’istituto dei missionari della Consolata

Attualmente i missionari (padri e fratelli) sono circa 950 e le suore missionarie circa 500. Sono presenti in 35 paesi. In Europa: Italia, Spagna, Inghilterra, Polonia e Portogallo. In Africa: Sud Africa, Angola, Costa D’Avorio, Gibuti, Guinea Bissau, Etiopia, eSwatini, Liberia, Madagascar, Mozambico, Kenya, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania e Uganda- In America: Argentina, Bolivia, Brasile, Canada, Colombia, Ecuador, Stati Uniti, Messico, Perù e Venezuela. In Asia: Kazakistan, Corea del Sud, Mongolia, Kirghizistan e Taiwan.

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