Commento al Vangelo di Pasqua (Gv 20,1-9), a cura di Paolo Monaco sj
Durante un pellegrinaggio in Terra Santa ho avuto la possibilità di celebrare il mistero pasquale all’interno del Santo Sepolcro con un piccolo gruppo di persone. Eravamo lì, come Maria di Magdala, Pietro e Giovanni. Abbiamo visto. E abbiamo rinnovato la nostra fede.
Oggi è tempo di rinnovare la nostra speranza nel Signore Gesù, risorto dai morti.
È l’unico che nel nostro futuro può farci vedere una possibilità di vita, mentre corriamo al buio nel nostro presente.
Il canto “Solo tu”, liberamente tratto dagli scritti di Chiara Lubich, ci accompagna in questa consapevolezza: nel silenzio e nel dolore, nel vuoto e nella solitudine, solo Cristo resta.
Solo Lui fiorisce nel deserto. Solo Lui è la voce che rompe il silenzio. Solo Lui è presenza viva che non abbandona.
In Lui, la notte non ha l’ultima parola.
Solo tu
Chi mi darà ali come di colomba
Chi mi darà ali per volare via
Per trovare riparo, un rifugio per me
Camminare lontano, una strada se c’è
In questo lento morire del mondo
C’è un vuoto che mi attraversa l’anima
Siamo di passaggio, un’ombra che va
Arrivare lontano nella realtà
Solo tu sei fiorito nel deserto
Solo tu hai parlato nel silenzio
Solo tu sei rimasto qui
Solo tu ho sete di
Che saremmo noi se tu non ci fossi
Che saremmo noi, noi da soli, noi
Passerà questa notte ma tu non passare
Dentro questo dolore c’è tutto l’amore
Testo: Chiara Lubich
Musica: Paolo Monaco sj