La storia di Alì Ehsani, un giovane afghano che a 8 anni ha perso i genitori in un bombardamento. Il lungo viaggio da Kabul a Roma e la sua nuova vita nel racconto di sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana.
di sr. Maria Rosa Venturelli*
Un giorno arrivò all’ACSE un ragazzo afgano. Doveva fare un intervento chirurgico a un occhio e in seguito avrebbe dovuto comprare degli occhiali adeguati. Non aveva denaro. Era uno studente universitario con il sogno di diventare avvocato. La sua storia era lunga e colma di sofferenza.
Eravamo all’ACSE, l’Associazione comboniana che si occupa della accoglienza dei migranti a Roma. La mia consorella, sr. Rosangela Fasto (ora deceduta), si attivò subito e insieme cercammo di venire incontro alle sue necessità.
Davanti alla sede dell’associazione c’era una signora che gestiva un centro ottico. Era sempre disponibile quando avevamo qualche necessità per i nostri studenti o le loro mamme. Anche quella volta ci aiutò. Ci regalò la montatura degli occhiali e noi raccogliemmo da amici e benefattori il denaro necessario per l’acquisto delle lenti che avrebbe indossato. E il lavoro fu fatto. Poi Alì sparì per alcuni anni e non lo vedemmo più. Ogni tanto pensavo a lui e mi chiedevo dove fosse finito.
La nuova vita di Alì Ehsani: da profugo a scrittore
Era ottobre 2018 e mi trovavo a Brescia per l’Incontro Missionario Giovanile italiano. L’ultima mattina era dedicata all’ascolto della testimonianza di un giovane uomo, scrittore, originario dell’Afghanistan. Si chiamava Alì Eshani. Ho pensato che non poteva essere lui, che era un’altra persona con lo stesso nome e cognome. Come poteva essere lui? Era così semplice e dimesso quando lo conobbi. Ma… avevo in cuore una segreta speranza…
La domenica mattina i miei occhi erano colmi di lacrime quando vidi salire sul palco Alì. Era proprio lui! Era sicuro di sé e ci raccontò la sua testimonianza di profugo e migrante. Le lacrime scorrevano sul mio viso, mi sentivo parte della vita di questo ragazzo, oggi laureato e scrittore. Ho vissuto di nuovo in questo momento la mia esperienza di essere “madre” di tanti figli che hanno seguito il loro percorso di vita, dopo una parentesi accanto a me. Fu davvero emozionante.
La storia di Alì
Alì Eshani è nato nel 1989 a Kabul. Perse i genitori all’età di otto anni, in seguito a un bombardamento. Riuscì a fuggire dall’Afghanistan insieme a suo fratello maggiore, pure lui superstite, in cerca di un futuro migliore in Europa. Dopo un drammatico viaggio durato cinque anni, ora vive a Roma, dove ha studiato e dove oggi lavora.
Nel novembre del 2015 ha conseguito la laurea triennale in Giurisprudenza, con il desiderio di difendere i deboli. Oggi lavora come docente in una scuola professionale che ogni giorno si prende cura dei propri alunni, proprio come i suoi docenti si erano un tempo presi cura di lui.
Per Feltrinelli ha pubblicato un primo libro “Stanotte guardiamo le stelle”, ora ne ha scritto un altro, sempre con Francesco Casolo, coautore, “I ragazzi hanno grandi sogni”, presentato in tante scuole secondarie d’Italia.
Se “Stanotte guardiamo le stelle” è il racconto del suo viaggio da Kabul fino a Roma, “I ragazzi hanno grandi sogni” è invece la testimonianza di come il vero viaggio sia cominciato per lui proprio con l’arrivo in Italia, mi ha detto un giorno Alì.
Un ragazzo Alì, oggi più che trentenne, che ha accettato tutto il grande travaglio della sua vita, dandosi da fare e mantenendosi stoicamente nella retta via, mentre sarebbe stato facile per lui cadere nella cattiva strada, come alcuni ragazzi da lui conosciuti dediti allo spaccio.
Una fede che diventa cultura
Nel 2007, la notte di Pasqua, Alì è stato battezzato nella basilica di San Giovanni in Laterano. Anche in questa città ha incontrato difficoltà, soprattutto ingiustizie da parte di persone che volevano lucrare sulla povera gente. “Ma nella preghiera ho trovato la forza per rialzarmi da ogni momento di sconforto, anche quando sembrava che tutti i miei sforzi non servissero a niente. Sono stato il primo della mia classe a laurearmi: studiavo giorno e notte, mentre di sera consegnavo pizze, nei weekend facevo lo steward allo stadio e in estate il cameriere e il lavapiatti. Nessuno credeva mi sarei mai laureato, ma il Signore è grande!”.
La sua amicizia con Cristo è nata all’interno di un’amicizia con un gruppo di ragazzi di Comunione e Liberazione. “Mi avevano invitato a Rimini a una Via Crucis. Durante il percorso, mi chiedevo cosa cercasse tutta quella gente e al tempo stesso sentivo un grande vuoto dentro di me. Così ho continuato a frequentare quel gruppo di ragazzi e ogni volta tornavo a casa diverso, più sereno, così come quando andavo in chiesa. Ho capito allora cosa cercavano tutte quelle persone, cosa cercavo io. E ho deciso di diventare cristiano”.
Alì ricorda che suo papà quando era piccolo, gli spiegava che doveva studiare perché la cultura è come l‘ossatura di una persona matura. Gli ripeteva sovente: “Ti potranno un giorno togliere tutto quello che possiedi, ma non potranno mai toglierti la cultura che ti ha reso un uomo maturo. Lotta per questo”. Oggi, chi l’avrebbe mai detto, Alì è un uomo che ha conquistato un suo posto in Europa nonostante le mille difficoltà, che gli hanno comunque permesso di vedere la vita con occhi diversi, tanto che è diventato un cittadino italiano a tutti gli effetti.
* Sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana. Ha lavorato per 12 anni in Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo) e 10 anni in Polonia. Autrice di Terra e Missione