La memoria è una ricchezza. Gli archivi conservano un patrimonio d’inestimabile valore. Come mantenere viva nel mondo digitale la storia del cristianesimo vissuto da intere generazioni di cristiani e martiri? La riflessione di sr. Maria Rosa Venturelli*
Per terminare il mio libro di memorie di vita missionaria, ricordo Cagliari, dove ho svolto e partecipato al Convegno dell’Associazione Archivista Ecclesiastica – AAE – a settembre 2017. Sono membro di questa Associazione nazionale dal 2010. Sono stata, infatti, archivista e ho fatto studi per questo ministero. Personalmente amo la ricerca storica, mi dà vita pensare che le mie radici sono documentate.
Mi sono chiesta, a volte, da dove nasce questo mio desiderio e affetto verso la storia e la ricerca storica. Ed ho trovato la risposta. Quando ragazza 16enne condivisi con il mio parroco, don Ivo, il mio desiderio della consacrazione missionaria nella Chiesa, lui come formazione spirituale per me, mi diede da leggere, uno alla volta, i grossi tomi della Storia della Chiesa di Martin Fliche, che a quel tempo erano 12 volumi, oggi ne ha 36. Li lessi tutti. Don Ivo mi disse che per entrare in pienezza nella vita della Chiesa che evangelizza, dovevo conoscerne le radici, gli eroismi, le fragilità, se volevo lavorarci dal di dentro. Da quelle letture e riflessioni, giorno dopo giorno è nata in me la passione per la storia, la gioia della ricerca storica, per aumentare la conoscenza e il sapere della vita, passato, presente e futuro.
Quando successivamente frequentai gli studi teologici da giovane suora, per la prima volta nel 1971 si tenne, nell’università che frequentavo, il primo corso di “Archeologia sacra”, un seminario opzionale. L’archeologo che ci seguiva, ci trasmise fortemente l’amore delle nostre radici cristiane, proprio a Roma, dove ci sono le colonne della Chiesa del primo secolo: Pietro e Paolo. E innumerevoli monumenti e pietre che hanno fatto e fanno tuttora la storia del cristianesimo vissuto da intere generazioni di cristiani e martiri.
Siamo, quindi, nella bellissima isola della Sardegna, tra gente ospitale e accogliente. Il nostro Convegno AAE conta circa 90 partecipanti. Le tematiche sono proprio interessanti per la “Memoria della storia” che gli archivisti, i postulatori delle cause dei santi, gli amanuensi, i ricercatori storici, curano ogni giorno nel loro ministero.
Oggi il materiale storico è non solo cartaceo ma in gran parte digitale. Come conservarlo? Che cosa conservare? Che valore storico avrà il digitale che arriva e sfugge velocemente?
Più volte noi ricordiamo la celebre frase di Paolo VI:
“Attraverso le carte storiche passa la straordinaria storia di salvezza di Dio”
Mons. Grillo, arcivescovo di Cagliari, che ci ha accolto e partecipa con noi, ha voluto fare memoria della frase biblica:
“Ricordati di tutto il cammino che il Signore ti ha fatto fare” (Deut 8).
Fare memoria del cammino della mia vita, delle Chiese che ho incontrato e nelle quali mi sono immersa a nome del Signore Gesù, delle tante persone incontrate che hanno segnato il mio cammino di donna consacrata missionaria, è una cosa veramente stupenda.
Tale scoperta permette di vivere il presente e camminare verso il futuro con serenità, avendo radici solide alle spalle. Dice il Salmo 77:
“Trasmettere di generazione in generazione l’evento di salvezza”.
È l’archivio storico – delle Chiese, delle comunità religiose, delle famiglie cristiane – che trasmette l’Opera di Dio attraverso le carte, l’inchiostro, catturando per sempre nello scritto la vita di persone e chiese sparse nei cinque continenti.
Per quanto riguarda il digitale, epoca contemporanea della comunicazione/trasmissione del vissuto, possiamo dire con Papa Francesco:
“Sia lodato Dio che regala a questo nostro tempo una tale facilità di conoscenza”.
A noi di renderla strumento di crescita in umanità, fraternità, sorellanza universale.
* Sr. Maria Rosa Venturelli, missionaria comboniana. Ha lavorato per 12 anni in Zaire (attuale Repubblica Democratica del Congo) e 10 anni in Polonia. Autrice di Terra e Missione
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