“Avere autorità vuol dire esprimere la forza della parola con l’eloquenza della testimonianza”. Don Pierluigi Nicolardi* commenta il Vangelo della IV Domenica del Tempo ordinario
In questa domenica, IV del tempo ordinario, Gesù è a Cafarnao, di sabato nella sinagoga; l’evangelista annota che tutti coloro che erano nella sinagoga erano stupiti del suo insegnamento: «egli insegnava loro come uno che ha autorità, non come gli scribi». Da dove viene questa autorità? Gesù non è semplicemente un uomo che parla in nome di Dio; egli stesso è la Parola di Dio, quella Parola – ci ricorda l’evangelista Giovanni – che si è fatta carne. E questa espressione ci riporta alle prime pagine della Sacra Scrittura, spiegandoci la forza dell’autorità di Gesù.
Nella Genesi, Dio crea per mezzo della Parola che, in ebraico, si dice dabār; e dabār non vuol dire semplicemente parola. La Parola di Dio, infatti, è parola creatrice, è quella parola che realizza ciò che esprime. E Gesù, appunto Parola fatta carne, esprime tutta la sua autorità perché è la Parola di Dio che si realizza, egli realizza ciò che esprime.
Un insegnamento dato con autorità
L’autorità di Gesù si manifesta non solo nelle parole, ma anche nei gesti; infatti, nella sinagoga la sua autorità è riconosciuta anche da un uomo posseduto da un demonio. La parola di Gesù ha una forza tale da ridurre all’impotenza anche il male: «Sei venuto per rovinarci?». Gesù è venuto per la caduta e la rovina di molti, soprattutto per il male che tiene incatenata l’umanità.
L’evangelista Marco in tutta la sua opera usa un’espediente letterario che è noto come “segreto messianico”, ossia il tacere l’identità di Gesù per farne una rivelazione a metà del cammino di sequela e soprattutto sotto la croce. Qui però l’indemoniato rivela l’identità di Gesù che però è subito messo a tacere dallo stesso Gesù: «Taci!».
Gesù è cosciente che non può essere il Male a rivelarne la sua identità: il Male falsa la realtà, anche quando ne esprime la verità. Ecco perché mette a tacere l’indemoniato, perché non vuole che coloro che lo ascoltano siano portati in confusione. Non solo lo rimprovera, ma impone al Male di lasciare l’uomo; l’autorità di Gesù viene esercitata, la sua Parola si realizza: «Esci da quest’uomo!».
Uomini e donne credibili sull’esempio di gesù
Questo episodio ci affida un importante messaggio. Come cristiani, da Gesù dovremmo imparare l’autorevolezza; non si tratta di far valere o imporre chissà quale autorità, bensì di esprimere la forza della nostra parola con l’eloquenza della nostra testimonianza. Joseph Ratzinger nella celebre Introduzione al cristianesimo afferma che la situazione in cui versa il credente oggi è quella di un naufrago alla deriva su un pezzo di legno; e il naufragio che stiamo vivendo ha a che fare con la distanza tra il nostro dire e il nostro fare.
Impariamo da Gesù a colmare quella distanza perché, più che credenti possiamo essere ritenuti credibili.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,21-28)
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
* Presbitero della diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca, Parroco di «S. Antonio da Padova» in Tricase (Le), Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Famiglia e AE di zona AGESCI «Lecce Ionica». Autore di Terra e Missione