“La fede è un percorso senza sconti, in cui lasciare emergere nella verità i dubbi, le domande, in cui attraversare le valli oscure attendendo la luce”. Come per Tommaso che, dopo aver sperimentato la fatica di credere, sperimenta la gioia di essere credente. Commento al Vangelo di domenica 24 aprile a cura di Sr. Silvia Serra, missionaria dell’Immacolata – Pime.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
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Commento al Vangelo
Tommaso ha molto coraggio nell’affermare: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Ci aiuta a pronunciare l’indicibile dubbio radicato dentro di noi che il Crocifisso sia davvero il Risorto, che dalla morte scaturisca la vita, che da quelle ferite provocate da una violenza brutale sgorghi un cammino nuovo di speranza.
In Brasile Sud, alla periferia di San Paolo, accompagnando donne in situazioni di violenza famigliare, ho imparato a mettere a nudo questa incredulità, insita nel cuore, ripercorrendo con loro le vicende vissute mentre guardavano le loro ferite, dentro i sepolcri della loro vita, nelle lacrime ma anche in un clima di affetto, di amicizia e di aiuto reciproco. Loro mi hanno insegnato che la fede è un percorso senza sconti, in cui lasciare emergere nella verità i dubbi, le rivolte, le domande, in cui attraversare le valli oscure attendendo la luce.
Il Signore, come nel nostro racconto evangelico, prende sul serio i nostri dubbi di fede, si fa presente di nuovo e ci accompagna a una fede matura, cosciente e certa della sua continua compagnia.
Sr. Silvia Serra, missionaria dell’Immacolata – Pime.