«Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui» (Gv 1, 32). Quello stesso Spirito, Gesù lo dona ad ognuno di noi perché è nello Spirito Santo che siamo testimoni della vita. Commento al Vangelo di domenica 15 gennaio a cura di Fra Giuliano Santoro, OFM*
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,29-34)
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Commento al Vangelo
In questo brano del Vangelo si compie ciò che il Signore stesso aveva annunciato al popolo d’Israele nell’Antico Testamento: “A te manifesterò la mia gloria. (…) Ti renderò luce delle nazioni.” (cfr. Is 49,3.6). Ciò che prima era promesso al solo Israele, ora è promesso a tutti i battezzati; ciò che prima era una missione verso le nazioni, ora è missione verso il mondo intero, e noi ne facciamo parte. Ognuno di noi è inserito in questa grande comunicazione reciproca tra Dio e l’umanità, in cui il Signore ci cerca e ci desidera con passione e si rende inaspettatamente presente.
Com’è profondo questo Vangelo! Dio è presente attraverso i suoi testimoni e noi siamo coinvolti in questa dinamica. L’evangelista non ci racconta direttamente la scena del battesimo di Gesù, ma la fa raccontare ad un personaggio d’eccezione, Giovanni il Battista, che compiendo il gesto del battesimo lo ha anche capito perfettamente ed è ora capace di raccontarne a noi, spettatori dietro lo schermo della Storia, il senso più profondo.
Dio non si nasconde, come spesso pensiamo, ma cerca di farsi vedere in tutti i modi. È lui che si muove per primo. Giovanni, infatti, inizia il suo racconto perché vede «Gesù venire verso di lui» (Gv 1,29). Potessimo anche noi contemplare questa visione! Giovanni vede Gesù. Cioè, non si limita a guardarlo dall’esterno (a fare il tifo per lui) ma entra nella partita e si fa coinvolgere nel “gioco” del Messia. Ciò che si presenta davanti agli occhi raggiunge la sua interiorità, ed è così che descrive il Figlio di Dio con l’immagine dell’agnello. L’agnello è l’animale sacrificato, che prende il nostro posto nella morte. Non moriamo più: Giovanni ci dice che, finalmente, è arrivata la vita e lui vuole essere testimone della vita: ecco che si manifesta la gloria!
Possiamo essere testimoni di tante cose che appartengono al nostro mondo, alla nostra vita, oppure possiamo essere testimoni di Dio e della sua vita, cui noi apparteniamo. È questo il momento di scegliere. Il Battista fa la sua scelta e dà testimonianza, racconta quello che vede: «ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui» (Gv 1, 32). Quello stesso Spirito, Gesù lo dona ad ognuno di noi, perché è nello Spirito Santo che siamo testimoni della vita, cui apparteniamo, ed è in questo Spirito che iniziamo a vivere le prime settimane del tempo ordinario, che sono il tempo della missione e della testimonianza vissuta nella vita di tutti i giorni.
* Fra Giuliano Santoro ofm fa parte della Provincia “Assunzione della B. V. Maria” dei Frati Minori di Lecce, dove è Animatore provinciale per la Missione Ad Gentes. Risiede a Galatone (LE), casa di animazione vocazionale e pastorale giovanile.