Periodo italiano, 1980-83
mista: fibra, carboncino
cartoncino 70 x 100 cm
Sono le donne ad essere presenti. I Vangeli ci riportano questa presenza prima, durante e dopo, il volto della madre che tocca il volto del figlio, le sue parole e il suo amore.
«Possiamo fare qualcosa per i morti? Essi non sono lontani da noi, perché appartengono tutti alla comunità degli uomini e alla comunità della Chiesa. Sono tutti nell’abbraccio di Dio. La morte rimane per l’essere umano un profondo mistero. Per quelli che credono, la risposta si incontra nella profondità della nostra fede. La morte del cristiano segue le orme della morte di Cristo. La nostra morte è vittoria con apparenza di sconfitta e non compete all’essere umano misurare l’immensità del dono e delle promesse di Dio». E. Ramin, Omelia ai fedeli, Cacoal 2/11/1984.
Abbandono nella madre
Testo di Ubaldo Gervasoni, viaggio in Palestina maggio 2005
Ogni uomo nello sconforto
ricerca il grembo che l’ha portato alla luce
e vi si abbandona: un contenitore al suo dolore,
l’eco ascoltato dei suoi perché,
la comprensione della madre del figlio incompreso,
da lei stessa per prima.
Abbandono è l’opposto della solitudine,
è la negazione della disperazione
è l’affermazione del dolore condiviso,
è il momento dell’esistere adulto,
dell’umano cammino,
è il momento dell’umano perdersi nel cammino.
Abbandono è salvezza.
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